Più che un album, un coacervo di ospiti e collaborazioni questo debutto di Beto Vazquez, bassista argentino che si presenta al mondo discografico che conta con un album ricco di ambizioni ma purtroppo anche di ingenuità ed errori.
Certo la presenza di cantanti come Tarja Turunen dei Nightwish, Sabine Edelsbacher degli Edenbridge e Candice Night dei Blackmore's Night è già un ottimo punto di partenza pubblicitario, sicuramente più efficace di chissà quale campagna o promozione, e tanto per esseri più sicuri di smuovere le acque fanno parte del gioco anche Lanvall, chitarrista leader degli Edenbridge, Jorg Michael drummer degli Stratovarius e Fabio Lione, voce dei Rhapsody e Vision Divine, presente dietro il microfono sun un brano. Che dire di tutta questa sfilza di nomi? Che come accade quasi sempre, quando c'è troppa carne al fuoco o si brucia o non si cuoce...ed è proprio questa la sensazione che si prova ascoltando Beto Vazquez Infinity: innanzitutto la produzione non è all'altezza del progetto, inoltre in confronto alla musica proposta gli Edenbridge diventano un gruppo thrash da quanto sia leggera la proposta del gruppo argentino, spesso davvero troppo lenta ed atmosferica ed in alcuni punti poco ispirata.
Ok, adesso la mossa pubblicitaria è stata fatta, il nome Beto Vazquez se lo ricordano ormai tutti e questo disco, con tutti i suoi difetti, è comunque sufficente e potrebbe piacere molto a chi fa dei momenti medievaleggianti e sognanti la sua ragione di vita, ma sarebbe bello che per il prossimo lavoro il buon Beto pensasse più al proprio songwrting, con brani decisamente più efficaci e riusciti, che alla lista di ospiti da invitare.
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