Definire semplicemente questi Myriads come death metal band è sicuramente riduttivo, dato che nel sound della band norvegese sono presenti molteplici influenze, delle quali il death ne rappresenta solo una parte.
E infatti colpisce sicuramente questa grande eterogeneità a livello musicale che mescola voci pulite e liriche a cantati scream e growl, chitarre classiche e acustiche a pesanti distorsioni, dando vita a un risultato decisamente personale.
Niente di nuovo fin qui, una ricetta che è stata più volte utilizzata da molte band con conseguenti risultati più o meno positivi; quello a cui giungono i Myriads è un risultato decisamente scadente che non riesce minimamente ad entusiasmare e a farsi apprezzare. Si parte già male con la lunghissima e interminabile opening "Enigmatic colurs of the night" dalla quale si possono tirare fin da subito le somme su un album che ben poco ha da dire. L'intera song si regge su tempi cadenzati e riff banali e intuitivi ancor meno valorizzati da un guitar playing fermo e meccanico; al di sopra di ciò voci pulite e cantati growl si incrociano con una voce femminile assolutamente soporifera e addirittura fastidiosa nelle parti più alte. E sono proprio le acrobazie liriche di questa mediocre cantante l'unica cosa che rimane in mente dopo un primo e sofferto ascolto dei 74 minuti di "Introspection", capaci di entrare subito in testa proprio per i loro connotati negativi. Un piattume veramente notevole accompagna l'ascolto temerario del disco il quale pare non voler offrire la benché minima emozione positiva: le canzoni sembrano il prodotto dello stesso stampino (probabilmente difettoso) e si trasformano ben presto in una lenta agonia per il povero ascoltatore. 74 minuti per 9 canzoni è veramente troppo, se si considera poi lo standard veramente basso delle singole composizioni, viene spontaneo chiedersi, perché?
Sforzandosi si possono anche cogliere degli aspetti positivi, come nell'acustica "Falling in the equinox" e alcune idee sparse qua e là nell'album si fanno ben apprezzare, ma certo non basta questo a risollevare le sorti di un album decisamente deludente e noioso.
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