Per "Emerald - A Tribute to the Wild One" potrei benissimo recuperare la recensione che feci, giusto un anno fa, per quel "A Tribute To The Beast" che la Nuclear Blast aveva riservato agli Iron Maiden. Cambia la band "omaggiata" e sono stati coinvolti altri musicisti... già è diversa anche la copertina. Quello che non è cambiata è la puzza di opportunismo che si insinua da questa operazione, un fattore che mi spinge a modificare anche il voto: quindi mezzo punto in meno. Per prima cosa i brani realizzati appositamente per l'occasione sono veramente pochi, solo i seguenti quattro: "Warriors" (Pegasus), "Gotta Give It Up" (Gardenian), "Massacre" (Steel Prophet) e "Southbound" (Therion). Gli altri sono stati tutti pubblicati a suo tempo sui vari album o singoli dei rispettivi gruppi, ed addirittura alcuni già inclusi su altri tributi ai Thin Lizzy. Questo è ad esempio il caso della versione dei Primal Fear di "Out in the Fields" (anche se in realtà questo pezzo appartiene più al repertorio solista di Gary Moore) e di quella dei Sinner di "The Sun Goes Down", che ritroviamo su "The Spirit Of The Black Rose", album uscito per la Record Heaven nel 2001. Indubbiamente un gruppo importante come i Thin Lizzy, ma anche i possibili acquirenti, meritavano un maggior impegno nell'assemblaggio di "Emerald...". Una buona dose di opportunismo da parte dell'etichetta che però non vorrei far gravare sulle spalle dei vari gruppi, che fanno tutto sommato un discreto lavoro. Su tutte si piazza quel trittico iniziale composto dalla cover degli Skyclad di "Emerald", "Wild One" di John Norum e "Out in the Fields", quest'ultima davvero adatta allo stile dei Primal Fear. Non è male nemmeno la versione, stile Motorhead ingrugniti, che i Six Feet Under fanno di "Jailbreak", mentre "Genocide" dei Running Wild sembra patire, sopratutto a livello di produzione, il confronto con alcuni dei brani più recenti. Gli Steel Prophet (qui ancora con Rick Mythsiasin alla voce) sono ancora più maideniani del solito... anzi mi viene da pensare che per "Massacre" si siano rifatti più alla cover che i Maiden piazzarono sul Cds/12" di "Can I Play with Madness" ('88) che al brano originale presente su "Johnny the Fox" (1976). Del lotto non mi convincono solamente i Pegasus ed i Godgory, mentre i Chinchilla ci riescono parzialmente con l'hit "The Boys Are Back In Town", sì energica ma non altrettanto accattivante. A chi toccherà ora?
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?