Copertina SV

Info

Genere:Compilation
Anno di uscita:2003
Durata:68 min.
Etichetta:Spinefarm
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. CHILDREN OF BODOM - NEEDLED 24/7
  2. NIGHTWISH - OCEAN SOUL
  3. SONATA ARCTICA - VICTORIA’S SECRET
  4. LULLACRY - DON’T TOUCH THE FLAME
  5. TO/DIE/FOR - DYING EMBERS
  6. NORTHER - UNLEASH HELL
  7. MANNHAI - SPIRITRAISER
  8. RAPTURE - TWO DEAD NAMES
  9. AJATTARA - ANTAKAA ELAA
  10. DREAMTALE - WHERE RAINBOW ENDS
  11. THE WICKED - HIGHVOLTAGEMESSIAH
  12. ARISE - KINGS OF A CLONED GENERATION
  13. THRONE OF CHAOS - TRUTH AND TRAGEDY
  14. LUMSK - OLAVS BELTI
  15. THYRANE - FIREWORK
  16. MOONSORROW - MATKAN LOPUSSA

Line up

Non disponibile

Voto medio utenti

E’ sempre molto difficile parlare di un sampler, si riesce sempre a non dire nulla sulle band, figuriamoci poi per uno confezionato dalla Spinefarm, pronta a mostrarci uno spaccato dell’attuale prolifica situazione finnica. Aprono le danze i Children of Bodom che, insieme ai forse più originali Norther, si avvicinano molto al sound Swedish, conservando la propria innata attitudine ed incisività. Splendidi anche i Nightwish e i Sonata Arctica, ma il gioiellino del disco sono senza ombra di dubbio i Lullacry, che ci forniscono una versione al femminile dei nuovi Him, ma più ottantiani e rockeggianti, e se il disco suona tutto come ‘Don’t Touch The Flame’ possiamo davvero urlare al prodigio. Più romanticoni i Rapture con la triste rock ballad ‘Two Dead Names’ e gli instancabili To/Die/For pronti con il loro indubbio terzo capolavoro. Cattivi gli Ajattara e gli Arise, che danno prova della incredibile versatilità del territorio finlandese in campo musicale, ma forse i più banali del disco sono i Dreamtale, che con ‘Where Rainbow Ends’ ci mostrano un buon brano, ma dalle coordinate troppo stantie, a differenza dei più freschi Throne of Chaos che viaggiano su tappeti (volanti) sonori assolutamente più originali anche se forse leggermente intaccati da volumi un po’ strani. Assolutamente fuori da ogni schema i Lumsk, con il folk rock decadente di ‘Olavs Belti’, ma intanto il nostro disco si avvicina al termine e a chiudere il sipario sono le struggenti note dei Moonsorrow, che vi trascineranno nelle fredde e desolate lande del nord, dove l’ispirazione viaggia tra boschi e ghiacci, con lo sguardo eternamente triste...
Recensione a cura di Ivano Triggiani

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