Avevo già avuto modo di ascoltare i "Cult Of Luna" in occasione dell'uscita dell'acclamatissimo (per me in realtà molto sopravvalutato) ultimo album "The Beyond". Sull'onda del successo scaturito dopo quella release la Earache ha deciso di ristampare il primo omonimo album della band svedese, originariamente pubblicato in sole 2000 copie dall'etichetta inglese underground Rage Of Achilles. Cosa dire quindi del loro debutto? Rispetto a "The Beyond" la musica dei Cult Of Luna è decisamente più sperimentale e ricercata, come si può notare subito fin dall'opener "The Revelation Embodied". Riff apocalittici, partiture molto dilatate, vocalizzi al limite del growl. Il gruppo parte dalla base aggressiva e serrata dell'hardcore, ma non è esattamente hardcore quello che troverete nel cd, bensì una rivisitazione e personalizzazione di questa chiave musicale in un'ottica più progressiva e a tratti doomeggiante. Capita quindi anche di assistere ai 14 minuti di "Sleep" (in cui compare anche un malinconico violino), credendo di trovarsi quasi immersi in un viaggio e di muoversi verso qualche direzione seguendo le coordinate stabilite dal gruppo. Tra accelerazioni repentine e rallentamenti improvvisi c'è sempre un pò di spazio per l'angoscia di cui il gruppo ha deciso di farsi portavoce: largo quindi alle urla disperate del vocalist e a lunghi riff bicorde ripetuti in continuazione a cercare un effetto ipnotico che però raramente arriva. A differenza dei Katatonia (e del loro capolavoro "Brave Murder Day") i Cult Of Luna non riescono ad arrestarsi al momento giusto e a creare una sorta di filo logico tra le varie parti che compongono ogni pezzo. In questo modo si ha la sensazione di trovarsi davanti ad una serie di tessere di un puzzle incastrate le une nelle altre come in una specie di figura casuale. La stessa sensazione che ho avuto in occasione dell'ultimo "The Beyond": prolissi, pretenziosi, ma allo stesso tempo ricercati ed emozionanti. Se i Cult If Luna in futuro riusciranno ad eliminare o perlomeno a levigare la prima tendenza, prospetto per il gruppo svedese una sicura leadership ai vertici dell'odierno movimento post-core.
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