Se c’è una band che può fare concorrenza ai Vader per quantità di uscite discografiche (di tutti i tipi, cds, cassette, 7”, Ep ecc ecc) e cambi di etichette tra le più astruse e sconosciute nel mondo, beh questi possono essere solamente i Runemagick, con l’aggravante che il gruppo di Nicklas Rudolfsson è riuscito a fare tutto questo in meno anni, dato che si è scatenato nella sua frenetica attività dal 1998 in poi, anno in cui è uscito per la Century Media il loro vero primo debut album intitolato “The Supreme Force of Eternity”. Da quel lavoro di acqua sotto i ponti ne è passata, e dopo una miriade di uscite per underground labels, i Runemagick tornano per la norvegese Aftermath Records, a quanto ne so priva di distribuzione ufficiale qui in Italia. Per chi ha avuto la possibilità di ascoltare i Runemagick ai tempi del contratto con Century Media, ovvero con la tripletta costituita da “The Supreme Force of Eternity”, “Enter the Realm of Death” e “Resurrection in Blood”, sarà una mezza sorpresa trovarsi di fronte un gruppo che ha quasi del tutto scorporato le componenti death metal dal proprio sound per lasciare che gli elementi doom prendano il sopravvento, anche se in un contesto ancora decisamente estremo. Il terzetto svedese, che comprende anche una bella ragazza al basso di nome Emma Karlsson, pur proponendo una musica piuttosto lineare e priva di sorprese e soluzioni ha il pregio di non annoiare l’ascoltatore, cosa che potrebbe essere piuttosto semplice, dato il genere proposto e la durata non indifferente di 73 minuti. Invece “On Funeral Wings” mantiene sempre alta l’attenzione, la catacombale voce di Nicklas, già fondatore degli ottimi Sacramentum e presente nei Deathwitch, è perfetta nell’agonia sonora proposta dalla band, ed i pesantissimi ed oscuri riffs scorroni lenti come lava nera che sgorga da un infernale vulcano. “On Funeral Wings” è certamente un lavoro non adatto a tutti ma che può riservare delle ottime sorprese per gli amanti di un certo tipo di doomy death metal, basato su ritmi lenti, sofferenti inserti acustici e strazianti urla di dolore, sulla scia di quanto proposto in passato da bands come Decomposed mixato con elementi nordici come Bathory, Candlemass e Treblinka (poi Tiamat).
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