Eternal, The - The Sombre Light Of Isolation

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2004
Durata:66 min.
Etichetta:Firebox
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. COMMEMORATE THE MISERY
  2. A CRUEL MISFORTUNE
  3. THE ETERNAL
  4. DOWN
  5. THE SOMBRE LIGHT OF ISOLATION
  6. BLACK SERENITY
  7. CRIMSON SACRIFICE
  8. HARMONY OF DISSONANCE
  9. REMEMBRANCE SCARS
  10. ALL HOPE LOST

Line up

  • Mark Kelson: vocals, guitars
  • Chris Burton: guitars
  • James Hunt: bass
  • Chris Stevenson: keyboards
  • Ryan Buesnel: drums

Voto medio utenti

Nei mesi scorsi la label finlandese Firebox Records ha pubblicato album di notevole qualità (come ad esempio l'ottimo debut degli Swallow The Sun, che vi raccomando di ascoltare nel caso vi fosse sfuggito...) e adesso ci propone il cd d'esordio di un'altra delle sue "scoperte", vale a dire gli australiani The Eternal. Il gruppo si è formato in tempi recenti (più precisamente nel 2003), ma alcuni dei suoi membri hanno militato nei Cryptal Darkness, doom band di Melbourne che in passato ha riscosso notevole successo in madrepatria. "The sombre light of isolation" è un disco variegato e umorale, che sembra quasi una summa di alcuni dei sottogeneri più "oscuri" del metal, vale a dire il doom, il gothic e il black. In realtà i richiami all'ultimo dei tre non sono poi tanti, e si limitano all'utilizzo di vocals particolarmente aggressive. La maggior parte dei pezzi sono comunque cantati con voce pulita e in generale sono abbastanza lenti e cadenzati, inoltre sono caratterizzati da una forte impronta melodica e da una certa immediatezza. In poche parole questo lavoro non necessita ascolti particolarmente attenti o numerosi per poter essere apprezzato appieno e canzoni come "Black serenity", "Down" o la titletrack conquistano subito con la linearità delle loro trame chitarristiche e con la pienezza dei suoni delle tastiere. Per avere un'idea del tipo di musica proposto dai The Eternal provate a immaginare un incrocio tra i Katatonia e gli Him (!!), due formazioni davvero molto diverse l'una dall'altra ma che rappresentano una grossa fonte di ispirazione per questo quintetto. Leggendo le mie parole avrete capito che l'album non è nulla di particolarmente originale, ma tutto sommato gli australiani sono riusciti a comporre materiale di discreto livello: questa non sarà una delle cose migliori pubblicate finora dalla Firebox, ma di certo non si tratta neanche di un passo falso, specie se la si paragona a certi (pessimi) cd che capita di ascoltare oggigiorno... Concludo con una curiosità che credo farà felici i fan dei vecchi Anathema e dei The Blood Divine, difatti nel brano "Remembrance scars" compare come special guest Mr Darren White, uno che è sparito dal giro "che conta" un po' troppo presto (anche se ultimamente stava lavorando con i Dead Men Dream...) e che ci augureremmo di risentire il prima possibile. Per adesso non rimane che accontentarsi di questa comparsata, e magari sperare che essa segni l'inizio di una collaborazione più duratura tra lui e la band...
Recensione a cura di Angela 'Grendel' Benemei

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