In ambito stoner-rock gli split-cd sono quasi una tradizione, basti pensare alle tante formazioni emerse in questo modo ai tempi della gloriosa Man’s Ruin. Ora che l’etichetta di Frank Kozik non esiste più sono altri a proseguire in questo tipo di operazioni, utili per valutare nuove bands sulla strada della completa maturazione ed anche per tastare il polso alla scena, cercando segni di vitalità o, come alcuni sostengono, di inaridimento e declino.
Lo split in questione è il debutto della neonata label Svedese Fuzzoramarecords, che già dal nome non nasconde l’intenzione di occuparsi in modo specifico delle nuove leve Scandi-stoner.
I due gruppi coinvolti sono entrambi di Orebro (Svezia) ed hanno in comune la coppia Cedermalm-Kennerknecht, musicisti attivi da anni nel circuito locale che ora si ritengono pronti per una dimensione più internazionale.
Purtroppo i segnali che provengono da questo titolo così altisonante sono poco esaltanti. A fronte di una discreta tecnica e della solita trascinante energia ruvida, scopriamo una preoccupante assenza di originalità, personalità ancora deboli, temi piacevoli ma troppo scontati e ripetitivi, eccessiva pigrizia in fatto di innovazione.
La scuola Scandinava dello stoner che sappiamo da sempre votata all’emulazione degli straordinari schemi Kyussiani, pare avvolgersi sempre più in sé stessa. Imitazione di imitazioni. Se i primi clonatori come Dozer, Lowrider, Demon Cleaner, hanno saputo nel tempo crearsi un proprio stile aggiornando ed incattivendo in senso heavy il discorso interrotto con “And the circus leaves town”, per andare in qualche caso verso ben altre direzioni vedi i magnifici prog-stoners Mammoth Volume o i pesantissimi Roachpowder, la successiva proliferazione di bands praticamente identiche ha evidenziato quali sono i limiti di fantasia del genere ed aumentato paurosamente il rischio di saturazione ed appiattimento del settore.
Sparzanza, Astroqueen, Devillac, Generous Maria, Frame, e tanti altri che ora dimentico ai quali aggiungiamo pure i presenti Truckfighters e Firestone, sono tutti buoni mestieranti che possono colpire il neofita con il loro stoner d’assalto ma diventano indistinguibili tra loro per chi segue attentamente il genere da anni.
Non è neppure male il tiro dei Truckfighter, che in molti passaggi ricordano le liquidità dei Natas vivacizzate da spesse bordate heavy stoner a tratti travolgenti (“Helium 28”). Ma tonalità desertiche come quelle di “Valium” sono davvero troppo derivative per risultare completamente sincere, e questi sono gli aspetti da correggere quanto prima.
Discorso pressochè analogo per i Firestone, ancora più muscolari dei loro compaesani, una sorta di mix tra Pawnshop ed Unida ma ancora acerbi ed in cerca di una loro identità.
Essendo per natura una persona positiva mi guardo bene dal lanciare proclami apocalittici sulla fine dello stoner, come ho visto fare in giro. Dico semplicemente che appena il genere ha messo il naso fuori dalla nicchia dei pochi esperti, un numero imprecisato di bands ha scoperto improvvisamente di amare proprio questo stile e di essere in grado di suonarlo. Stessa cosa successa per esempio al power metal, niente di grave. Ovvio che non siano tutti fenomeni, né abbiano idee clamorose da sfoggiare. Ma non è detto che non le trovino in futuro se li lasciamo crescere in pace. E se vi capita di ascoltare questo split e la sensazione è quella di averlo già sentito da qualche parte, fate finta di niente e nessuno la prenderà male. Avrete fatto una buona azione.