Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2004
Durata:76 min.
Etichetta:Black Lotus
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ALAS
  2. FACES
  3. FADE INTO THE X
  4. PISSES ME OFF
  5. REMEMBER
  6. THE FALL
  7. MUSIC MAN
  8. LIFE CRAZY LIFE!!
  9. THE MOLD
  10. BAG O'BONES
  11. EVIL IS AS EVIL DOES
  12. NEVER
  13. SO FAR TODAY
  14. JEALOUSY
  15. PRELUDIO
  16. ABANDONED

Line up

  • Chris Caffery: guitars, vocals
  • Paul Morris: bass
  • Dave Z.: guitars
  • Jeff Plate: drums

Voto medio utenti

Il solo citare tutte le passate collaborazioni di un artista quale Chris Caffery richiederebbe l'intero spazio dedicato solitamente alla recensione di un disco; se a ciò aggiungiamo il fatto che per descrivere ed elogiare il lavoro proposto dal chitarrista/cantante americano in questo "Faces", molte, troppe, sarebbero le parole da spendere, appare subito evidente come il disco in questione sia di un livello decisamente elevato. Noto ai più per i passati e presenti contributi a Savatage, Metalium, Cirlce II Circle e Trans-Siberian Orchestra, Caffery è oramai sulle scene dal lontano 1988, anno del suo esordio con i Dirty Looks in "Turn Of The Screw" e il presente "Faces" rappresenta il primo episodio da solista sotto il proprio monicker, affiancato da validi musicisti quali Paul Morris (Doro e Rainbow) al basso e Jeff Plate (Savatage) alla batteria. Come intuibile, questo esordio si presenta come un concept, vicino come tematiche (almeno questo mi pare di poter capire) al pirandelliano "Uno, nessuno e centomila", tanto per dare un'idea generale. La trama è svolta attraverso le 16 tracce che compongono "Faces" per una durata complessiva di ben oltre 75 minuti, andando così ad ottenere un risultato maestoso e avvincente, per nulla monotono o stancante, grazie alla classe squisita con la quale viene affrontato ogni singolo momento di questo complesso ma scorrevole concept. Il risultato fin qui descritto è ai miei occhi, del tutto restio nei confronti di scelte stilistiche di tal genere, davvero grandioso: raramente mi capita di appassionarmi e di godere così pienamente di un concept album in ambito classic metal (ma non solo). Sarà stato il talento sia chitarristico che vocale di Caffery, la sua inesauribile vena creativa, la sua passione per questa musica, fatto sta che dopo l'ascolto di un lavoro ben fatto come il presente, la mia ultimamente sopita passione nei confronti del metal più classico e melodico ha subito un'energica rinvigorita della quale avevo sinceramente bisogno. Nessuna strana invenzione in questo, ma solo la maestria di un artista che è in grado di dimostrare come sia possibile suonare "classico" senza cadere nel banale o nella sterilità. Tra brani anthemici e alterne ballad acustiche davvero toccanti, Caffery ci regala emozioni che non mancano certo di richiamare (per evidenti motivi) il sound dei Savatage più classici e più apprezzati, aggiungendo un tocco di personalità dettata indubbiamente dalle particolari caratteristiche di questo album, evocativo, personale, maturo e multiforme.
Uno spiccato tocco di teatralità accompagna ogni singolo atto di questa opera, condita da sempre ben evidenti melodie, pesanti e oscuri riff seguiti da ariosi e passionali assoli della chitarra di Chris, sempre senza mai eccedere in un verso o nell'altro, senza quindi inserti orchestrali (come di solito e sempre più spesso accade), senza noiosi e inutili intermezzi, intro, outro e via dicendo, mantenendo invece la stessa retta via con quel gusto retrò che ricorda l'amore e la dedizione per il metal dei tempi che furono. Perché solo ed esclusivamente di heavy metal si parla in questo disco, niente di più e niente di meno. Questo indubbiamente il punto di maggior forza di Caffery e del suo sound, assolutamente consigliato ai nostalgici ma, direi soprattutto, a chi si è perso 20 anni di melodic metal e si è ritrovato di fronte a Nightwish o gente del genere…
Recensione a cura di Marco 'Mark' Negonda

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