I Plan-e esistono ormai da 9 anni e sono giunti al loro ottavo lavoro. Certo non deve essere difficile per il proprietario di un etichetta che suona già da tempo in altri progetti autoprodursi e distribuirsi i propri lavori. Infatti Jani Lehtosaari che gestisce la Plan-e-tarium ha praticamente curato l'80% del progetto: basso, voce, keyboards, foto, artwork, liriche, produzione e distribuzione. Che dura vita di questo oscuro finlandese! Ma di certo non tradisce le aspettative dell'algida patria. I quattro finlandesi propongono un Avangard Dark che si struttura su pochi elementi, validi e che si stagliano senza soluzione di continuità su tutto il disco. Caratterizzati dall'uso di due bassi (anche trè) diventano riconoscibili sin dal primo pezzo. Emblematici sono "Shadow In The Dark" e "Lonely Hell", semplici e con riffs trascinati ed efficaci. La voce dell'ex-Impaled Nazarene Jani è sostanzialmente imbrigliata alle esperienze di Ian Curtis. Ma lo stile della band è molto dissimile dai Joy Division. L'uso di due bassi (dei quali uno distorto) i ritmi cadenzati ed oscuri sono un punto di forza. Ma non so se per gusti personali o per ignoranza delle influenze del progetto, l'uso della tastiera con suoni giocattolo, risulta al mio orecchio antiquato, fastidioso e cacofonico... come dicono nelle terre Daune: è proprio scocchiato! Per la loro attitudine e il loro stile è difficile che questo gruppo possa risultare sgradito agli amanti del genere. Anche a me le idee del progetto sono piaciute, ma guardando a fondo il disco, le liriche e la profusione di innovazione non si resta del tutto entusiasti alla fine dell'ennesimo ascolto. Insomma diciamo pure che sembra un lavoro molto autocelebrativo e poco idoneo alla espressività musicale che prescinde dalla comunicazione di emozioni.
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