Dopo i tributo a Bach e Mozart, Alex Masi da alla luce questo terzo ed ultimo episodio della saga dedicata ai grandi Maestri della musica classica. Bisogna inizialmente chiarire che "In the of Beethoven" non sidiscosta molto da quanto già ascoltato nei precedenti "In the Name of Bach" e "In The Name Of Bethoven": stiamo parlando infatti di una trasposizione in chiave classico-acustica molto fedele alle opere di questi compositori, con la chitarra di Masi unica protagonista. Dimenticatevi "Concerto Suite For Electric Guitar And Orchestra" di Yngwie J. Malmsteen e "Metamorphosis" di Uli Jon Roth in cui le chitarre heavy la facevano da padrone, in questa trilogia di Masi regna la chitarra semi-acustica, tranne che per qualche sporadico episodio in cui compare l'elettrica.
Dal punto di vista tecnico l'album è perfetto. Non una sbavatura, non un errore. Il tutto è suonato in modo impeccabile e magistrale. Purtroppo le canzoni risultano piuttosto fredde e apatiche, quasi come fosse un'esecuzione ad un esame di conservatorio.
"Symphony no. 5 (First Movement)" apre l'album con un convincente pezzo tratto dalla grandiosa "sinfonia n. 9", mentre nella bellissima "Romance for Violin n. 5" finalmente possiamo assaporare Masi alle prese con l'elettrica in una melodia heavy accompagnato dalla Karlsbad String Academy condotta da Anton Janacek. Questa song, forse proprio per l'uso dell'elettrica che con la distorsione riesce a dare un suono più corposo e passionale, risulta la più comunicativa e romantica dell'intero lavoro. Credo che se Masi avesse adottato questo sistema anche con la successiva "Adagio Sostenuto" (che non è nient'altro che il capolavoro "Moonlight Serenade"), avrebbe potuto renderla ricca di dolcezza e pathos. "Rondò Agitato", impetuosa e iper-tecnica, chiude questo album che ci ha portato con la mente qualche secolo indietro nel tempo.
L'atmosfera racchiusa in quest'album avrebbe potuto essere più incisiva se Masi avesse personalizzato un po' di più queste opere, anche perchè "In The Name Of Beethoven" presentato in questo stile è sicuramente più rivolto a musicisti, appassionati di chitarra e addetti ai lavori. E' un peccato, perchè l'idea di partenza era buona.
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