Sono rimasto un pò basito nel leggere le opinioni pubblicate sui portali metal stranieri riguardo la seconda opera di questa one-man band siciliana, i Fear Of Eternity. Nonostante qualche buon attestato di apprezzamento, molti redattori hanno puntato il dito contro le ambizioni di un ragazzo italiano, reo di aver osato immaginare di poter raggiungere le vette una volta toccate dal progetto Burzum di Varg Vikernes. In realtà non credo neanche che fosse questa l'intenzione di Andrea Tilenni, bensì quella di dare sfogo a tutte le sue emozioni più recondite senza attenersi ai canoni di uno stile, il black metal, che non avrebbe rappresentato degnamente la sua musica. Infatti "Spirit Of Sorrow" non contiene black metal in senso proprio bensì musica lenta e oppressiva come potrebbe esserlo il doom, dove sono le tastiere a reggere sempre la danza relegando gli altri strumenti in secondo piano. Andrea ci regala un flusso di sensazioni ora romantiche, ora malinconiche, ora più tenebrose... ma senza scadere praticamente mai nel mieloso o nel pacchiano, tranne nella brutta intro (sembra un ballo liscio) della poi notevole "Atrocious Pain". Sono gli stessi titoli a ricordarci la carica di dolore e sofferenza che questi otto pezzi intimisti portano con sé. E la cosa ha anche un senso se si considera che prima dell'interessamento dell'americana Moribund questa era musica che il nostro Andrea componeva esclusivamente per sé stesso, per dare forma ai suoi incubi e alle sue paure. Ci sono alcuni momenti davvero notevoli in quanto a carica emozionale, ma allo stesso tempo ci sono anche alcune parti meno incisive, data anche la particolare lentezza delle composizioni. Ma dopo qualche ascolto attento il mondo di Fear Of Eternity vi farà piombare nell'oscurità, a soffrire per la bellezza di alcune strazianti melodie. Forse si può fare ancora qualcosa di più per caratterizzare meglio i pezzi (come migliorare l'approccio vocale, troppo monocorde), ma per ora va bene così.