Con un grosso sospiro di sollievo ecco arrivare, alla portata di tutti gli amanti dei Virgin Steele, queste due attesissime ristampe, le quali, impreziosite da numerose bonus track e curiosità varie, si presentano come un gustoso piatto per collezionisti e non solo.
Sembra dunque che le lunghe vicissitudini legali tra David DeFeis e Jack Starr si siano definitivamente concluse, permettendo così al grande pubblico di venire a conoscenza dei primi due capitoli discografici di una delle più creative e amate band del panorama metal mondiale.
Virgin Steele è l'omonimo album (uscito per Point Records nel 1982) che inizia la storia di questa band, anche se lo standard del disco è quanto di più lontano si possa pensare rispetto gli ultimi lavori; più in generale, se avete cominciato ad apprezzare i Virgin Steele a partire dalla trilogia dei Marriage, troverete delle grosse sorprese ascoltando per la prima volta il prodotto in questione.
Il termine "heavy metal" è ancora lontano dalle menti dei 4 giovani musicisti, almeno dalla concezione che la band, o meglio, DeFeis, ne avrà in seguito: il sound è un acerbo heavy rock di classico stampo "a stelle e strisce", a tratti immaturo e banale ma comunque di buona fattura.
Il livello generale, a parte qualche eccezione, si assesta su regimi piuttosto bassi, incapace di presentare una definizione univoca del sound della band, a cavallo tra hard rock e heavy metal, tra loro mischiati senza troppa cura e precisione, conferendo un carattere di indecisione su quale dei due aspetti privilegiare.
Spiccano l'iniziale "Danger Zone" o la più veloce e accattivante "Children Of The Storm", sicuramente il brano meglio riuscito, il quale (non a caso) venne all'epoca scelto per comparire sulla compilation U.S. Metal vol. II.
Certo valutato col senno di poi e a vent'anni di distanza dalla data della sua originale pubblicazione, Virgin Steele è un disco che ben si presta a numerosi e impietosi giudizi, dai quali non si esime anche il cantato di DeFeis, qui a tratti fastidioso e fortemente immaturo. Considerato invece all'interno della storia della band e del processo di evoluzione musicale che ha portato i Virgin Steele a firmare episodi monumentali nella storia del metal, un ascolto certo non si può rifiutare; come non si può non riconoscere un indiscusso valore storico di questo disco, non solo per la band stessa e il suo successivo cammino, ma per tutta la nascente scena metal americana di primi anni ottanta, della quale i Virgin Steele sono stati tra gli iniziatori.
Le versioni rimasterizzate qui contenute, se da un lato perdono il fascino che solo la riproduzione da vinile sa regalare, dall'altro acquistano maggior potenza e definizione, a vantaggio di un ascolto più accessibile e immediato, caldamente consigliato ai fan più fedeli.
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