Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2006
Durata:41 min.
Etichetta:Black Lodge
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ATTERO DOMINATUS
  2. NUCLEAR ATTACK
  3. RISE OF EVIL
  4. IN THE NAME OF GOD
  5. WE BURN
  6. ANGELS CALLING
  7. BACK IN CONTROL
  8. LIGHT IN THE BLACK
  9. METAL CRUE

Line up

  • Pär Sundström: bass
  • Daniel Mullback: drums
  • Daniel Mÿhr: keyboards
  • Joakim Brodén: vocals
  • Oskar Montelius: guitars
  • Rikard Sundén: guitars

Voto medio utenti

Di pregevole fattura ma quasi del tutto inutile. Si potrebbe aprire e chiudere in questa maniera la recensione del secondo episodio dei Sabaton, che esce su etichetta Black Lodge a distanza di un anno poco più dall’esordio ‘Primo Victoria’.
Il tour europeo in compagnia degli Edguy sembra aver attirato più di un’attenzione rispetto alla proposta musicale del sestetto, peraltro rimasta pressochè intatta nelle linee guida.
‘Attero Dominatus’ è un album “sano”: non cerca in nessuna maniera di tracciare parallelismi di sorta con questa o quella band, non vuole scoprire nuovi territori in favore del power metal, tantomeno si sogna di scopiazzare impunemente gli archetipi del genere anche se, ammettiamolo, le differenze rimangono francamente sfumate.
I quaranta minuti del disco si aprono e si chiudono alla stessa maniera: diretti, semplici, veloci e d’impatto i riff portati a compimento dal duo Montelius/Sunden, una copia di ascie non particolarmente abili e creative anche se riescono nell’impresa di mantenere alto il livello di guardia dell’ascoltatore.
La sezione ritmica è monocorde, insipida quanto basta visto che al di là di strappi in doppia cassa conditi da linee di basso basilari e basiche non si riesce ad andare.
A risollevare il livello qualitativo di ‘Attero Dominatus’ ci pensa l’elevato tasso adrenalinico scatenato dai chorus, tutti incredibilmente epici e gonfi di pathos, ritornelli marchiati a fuoco per nulla scontati marchiati a fuoco dalla voce plumbea e profonda di Joakim Broden (vocalist sui generis rispetto alla branchia del genere).
Non esistono pezzi forti e non ci sono cedimenti: ‘Metal Crue’, ‘Angels Calling’, ‘Light In the Black’ le canzoni che vi segnaliamo ma potrebbero essere citate tranquillamente le restanti sei tale è la compattezza del songwriting presentato.
Il resoconto finale perciò descrive di un prodotto indicato per i “Defenders” e per chi volesse approcciare
(e magari ampliare) la propria cultura in ambito metal.
Recensione a cura di Alessio Minoia

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