Il quartetto svedese formato da Johnny Hedlund (basso/voce), Fredrik Folkare (chitarra), Thomas Olsson (chitarra) e Anders Schultz (batteria) torna dopo due anni di silenzio con l’ottavo lavoro della propria carriera, e lo fa ancora una volta all’insegna della coerenza più totale.
Fin dalla propria nascita, gli Unleashed si sono connotati come gruppo senza compromessi in cui l’innovazione e la contaminazione non trovano spazio in un sound che fa dell’impatto frontale il proprio punto di forza.
"Midvinterblot" è l’ennesima dichiarazione di forza in questo senso, che si realizza partendo dal growl sporco e incazzato di Johnny, prosegue con le chitarre che assumono le fattezze di un monumento al miglior uso della sei corde nel death, e trova il naturale complemento nella batteria, che spazia dal più classico cassa-rullante alle sfuriate di gran cassa fino all’uso massiccio dei piatti.
In buona sostanza quindi, a livello strumentale ci troviamo davanti ad un decalogo di quello che per definizione dovrebbe essere il death metal.
Raffrontando quest’album ai lavori passati del gruppo, in particolare a quelli dei primi anni ’90, abbiamo a che fare con composizioni meno eterogenee, che fanno perdere qualche punto alla scorrevolezza dell’ascolto ma contribuiscono alla solidità complessiva del disco, che raggiunge l’apice in “Blood of Lied”, “Midvinterblot” pezzo da headbanging per antonomasia e “Triumph or Genocide” in cui si fa apprezzare la diversa apertura rispetto agli altri brani.
Nota positiva per la produzione curata dal chitarrista Fredrik Folkare, artefice di suoni corposi e ben definiti, che contribuiscono in maniera determinante all’impatto dei pezzi e rappresentano l’unico spunto di modernità nell’universo di una formazione che, per le proprie caratteristiche, è destinata oggi più che in passato a farsi apprezzare da una ristretta cerchia di fedelissimi.
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