Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:43 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. TEETH VS. CURB
  2. LOSSES TO LESSONS
  3. BLEEDING FROM WITHIN
  4. DOWNPOUR OF EMPTINESS
  5. FRIENDSTER IS SOOO 2 MONTHS AGO
  6. KISS ME NOW KILL ME LATER
  7. BUTTERFLY COMA
  8. YOUR OWN FAUTL
  9. FOREVER GONE
  10. INJECTED SMILES
  11. ANGEL WINGS
  12. FUCK YOUR DEAD HEART
  13. SNOW WHITE

Line up

  • Flo Velten: vocals
  • Holger Kiparski: guitars
  • Sky Hoff: guitars
  • Sven Luppus: bass
  • Max Kotzmann: drums

Voto medio utenti

Dalla Germania eccoci arrivare il debutto di questi tostissimi Machinemade God, quintetto nato come un hardcore band, ma che nel corso degli ultimi due anni ha modificato sensibilmente il proprio sound, arrivando a fondere le proprie radici HC con il death/thrash scandinavo, genere che sembra eternamente fulgido. Il disco è prodotto da Jacob Bredahl, leader dei thrashettoni Hatesphere, giovane band che ha bruciato molte tappe in questi ultimi anni. Come detto qualche riga più indietro, i cinque tedeschi fanno affiorare le loro radici hardcore, soprattutto in alcuni passaggi vocali. Per il resto ci troviamo di fronte a tre quarti d'ora di death/thrash metal suonato con la giusta cattiveria, la dovuta perizia tecnica, anche se qualche volta si tende a perdere il filo in certi passaggi, non perché caotici ma perché poco originali e quindi privi dell'appeal necessario per stamparseli in mente. Una piccola critica che non deve sminuire quello che è comunque un debutto, per una giovanissima band, insieme da poco più di tre anni; i margini di crescita ci sono tutti, anche se la scena diventa, giorno dopo giorno, eccessivamente affollata. I Machinemade God strizzano l'occhio anche alla melodia, non limitandosi soltanto a pestare come dei forsennati, piazzando dei chorus riuscitissimi ( si senta ad esempio " Bleeding From Within ", capolavoro di questo disco o la metalcore oriented " Kiss Me Now, Kill Me Later " ), ricordando sovente i Soilwork, maestri indiscussi nel creare refrain da urlare a squarciagola durante i concerti. La produzione è perfetta per il genere, tutta la band trae beneficio dal lavoro in console di Bredahl; quindi il problema classico di una produzione fatta con lo stampino è brillantemente superata. Se i cinque tedeschi limeranno certe ingenuità compositive, facendo così affiorare di più la loro indiscutibile personalità, potremo trovarci tra le mani una band interessante, forse non epocale ma sicuramente degna di pubblicare dischi su dischi. Privilegio che molti, TROPPI, hanno il coraggio di sfruttare. Date loro un'occasione, non ve ne pentirete.
Recensione a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 03 feb 2008 alle 11:02

buon disco...spaccano forte!

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