Copertina 5,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2006
Durata:52 min.
Etichetta:Burning Star
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. THE ULTIMATE REDEMPTION
  2. THE FALL OF ANGELIC DOMINION
  3. THE EARTH IS AN ALTAR
  4. PROPAGANDA
  5. HATE PARADE
  6. I AM SIN
  7. AN ODE TO MAN
  8. SNOWFALL
  9. POST-APOCALYPSE MORNING
  10. WAR OF ONE

Line up

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Voto medio utenti

Giungono addirittura da Israele questi debuttanti Winterhorde, un'interessante realtà che può tranquillamente essere inserita nel filone del Black Metal melodico, a tratti sinfonico. Quando si giunge ad un debutto discografico ovviamente ci si può rispecchiare in due categorie: geni e perdenti. E' ovvio e naturale nello spazio di un solo album il fatto di non poter essere del tutto originali, forti di uno stile definitivo e personale, a meno che non si è dei geni, appunto. Oppure si può subito bucare l'occasione della vita andando a sprecare tutto a causa di un esordio povero, scontato, derivato e brutto. Quello che voglio comunicarvi con tutto ciò per quanto riguarda gli Winterhorde centra molto, visto che loro spesso e volentieri in questo primo Nebula riescono ad infilare i piedi in entrambe le categorie da me citate. Lo stile di partenza è un Black Metal si tagliente e gelido, ma a tratti irrobustito da dosi di synth e tastiere che esulano un pò dal tipico suono minimale, e oserei dire anche scontato. Tornano alla mente in alcuni frangenti i migliori Dimmu Borgir di Spiritual Black Dimensions, un pregio senza dubbio quindi, ma questa facciata positiva si alterna purtroppo ad un'altra non molto piacevole, ossia la carenza di personalità e di idee. Non siamo dinanzi a degli sprovveduti, mi sembra anche normale, basta dare un'ascoltata a brani come The Fall Of Angelic Dominion, The Earth Is An Altar e I Am Sin per rendersi immediatamente conto di come quando il gruppo vuole osare, sa raggiungere risultati più che discreti. Si ha sempre quella fastidiosa sensazione di piacevolezza, ma limitata e circoscritta da sporadici episodi, quindi mai costante e duratura, il tutto dovuto ad una carenza di personalità che a lungo andare mina l'economia generale del disco. In sintesi si potrebbe dire che gli Winterhorde sono una band dalle buone speranze, ma che allo stato attuale non hanno saputo concretizzare idee già ampiamente sfruttate altrove. Sarà forse la provenienza geografica che non favorisce una completa visione da parte dei componenti nei confronti delle attuali esigenze di mercato, sarà forse anche colpa del poco coraggio di provare soluzioni più personali, ma sono costretto nel dover rimarcare il fatto che in questa condizione è difficile emergere. Una band quindi sull'orlo dell'evoluzione, in termini positivi ovviamente, bisogna solo avere da adesso in poi il coraggio di osare, e spingere su soluzioni stilistiche più originali, caratteristiche che come ho già avuto modo di dire sono latenti, ma presenti. In ultimo un punto a favore ad un artwork molto curato, decisamente bello e, almeno questo.
Recensione a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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