Partiamo dalla fine, ovvero: comprate questo disco. Compratelo perchè è bello, perchè finalmente un prodotto di tale livello viene dato alle stampe in Italia, perchè non è banale, perchè è emozionale, suonato bene, confezionato con cura, prodotto più che sufficientemente, e soprattutto perchè di album di questo livello è tanto che non se ne sentono.
Questo nascere e diffondersi di rock opera, prima Avantasia, poi Nostradamus, il ritorno di Sammet e ora questo Genius, in verità più simile per sonorità al progetto Ayreon, fortunatamente è sfociato in lavori di qualità, e l'opera di Daniele Liverani (Empty Tremors) non fa che confermare il giudizio, offrendo al pubblico un disco maturo, intricato e intrigante, da sentire decine e decine di volte per apprezzarne le sfumature. Un disco impreziosito da un lista impressionante di interpreti ma che vede il suo punto di forza nella meravigliosa colonna sonora, questa è la definizione più appropriata che trovo, che accompagna le vicende di Genius. La miscela di sonorità rock, progressive e metal è impreziosita da pregiati innesti sinfonici ed è sorprendente come la musica sappia rendere bene gli stati emozionali legati al racconto che si snoda durante i 79 minuti di ascolto.
A Human Into Dreams' World è frutto di un lungo lavoro in studio e non potrebbe essere altrimenti vista la pregevole qualità degli arrangiamenti e delle melodie di ognuno degli 11 pezzi, in cui spicca il fenomenale drumming di Dario Ciccioni, che si diletta in accelerazioni e tempi dispari da brivido.
E' doveroso scorrere il cast degli interpreti, ovviamente fondamentali vista la struttura dell'album, e la prima sorpresa è Mark Boals, cantante che in tanti abbiamo dato per morto troppe volte. L'ex vocalist di Malmsteen offre una prestazione ottima, in territori musicali per lui inesplorati, e riesce meravigliosamente, soprattutto nel raffinato duetto con Lana Lane. L'altro ruolo principale è affidato a Daniel Gildenlow (Pain of Salvation), formidabile come sempre. Ma questo disco segna un ritorno sulla scena musicale, un ritorno dei più graditi: sua maestà Midnight appare finalmente dietro ad un microfono per far squillare nuovamente la sua voce. L'indimenticabile cantante dei Crimson Glory opta per un'interpretazione molto teatrale, rabbiosa, quasi parlata, e che pur sprizzando personalità da tutti i pori non chiarisce quali siano le sue effetive capacità dopo tanto silenzio.
Prima di arrivare alla prestazione di Midnight, Genius ha tanti picchi qualitativi come la splendida interpretazione della lenta Father ad opera di John Wetton, o l'ottima Dreams con il protagonista Boals e My Pride (ancora Wetton con Steve Walsh), a mio avviso il pezzo migliore che si evolve negli oltre sette minuti che lo compongono lasciando ogni secondo a bocca aperta. Anche l'interpretazione cattiva di Boltendahl convince, così come Joe Vana e Oliver Hartmann al quale è lasciato il compito di cantare sulla canzone che funge da "singolo promozionale" di questa rock opera, There's a Human, il brano più semplice del lotto, un brano immediato, che pur non esaltando inserito nel contesto del disco acquista valore.
Un lavoro pregiato, che deve avere successo perchè finalmente siamo alle prese con un album di qualità, un album che non deve passare inosservato perchè sarebbe un crimine nei confronti della musica.
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