Dopo il precedente "King of the Nordic Twilight" torna sugli scaffali dei negozi l'abile chitarrista dei Rhapsody, band italiana che più di ogni altra è conosciuta e amata all'estero. Questo nuovo album solista, dal punto di visto delle sonorità non si discosta di molto dal filone del symphonic metal tanto caro a Turilli e a moltre altre band del panorama contemporaneo: inserti di stampo sinfonico infatti pervadono tutte le songs del disco, riempiendo alla bell'è meglio i vuoti lasciati da una produzione piuttosto approssimativa...già, perché stavolta il produttore e "creatore" dei Rhapsody, ossia Sascha Paeth (molti di voi lo ricorderanno anche come axemen degli immortali Heaven's Gate) non è riuscito a centrare il bersaglio: batteria (decisamente finta),parti orchestrali e tastiere sono mixate a un livello spaventoso, mentre la chitarra di Turilli non si distingue assolutamente se non negli assoli, che però (bisogna dirlo...) risultano piuttosto gradevoli. L'ascolto del disco, già penalizzato da una produzione quasi "da demo", risulta decisamente difficile anche per la noia, che inizia a insinuarsi nella testa già dopo pochi minuti. Le composizioni mancano tragicamente di grinta e di "groove"; alcuni pezzi che anche presentano alcune buone idee a livello di riffing (ad esempio "War of the Universe o Rider of the "Astral Fire") vengono rovinati dalle onnipresenti tastiere e dagli archi (veri o sintetizzati che siano) ,che coprono qualsiasi altro strumento con i loro noiosi arrangiamenti, e da ritornelli di una banalità veramente notevole. La maglia nera di peggior canzone va però probabilmente a "New Century's Tarantella", in cui dopo una introduzione di stampo flautistico, Turilli cerca di fondere insieme metal e melodie tipiche napoletane...lo sforzo è sicuramente apprezzabile, ma il risultato è certamente da dimenticare, insieme al cantato da brividi (purtroppo in senso negativo). Concludendo, "Prophet of the Last Eclipse" è purtroppo un lavoro molto, troppo scontato e noioso, penalizzato inoltre da una produzione non all'altezza del nome riportato in copertina...e anche a livello compositivo, da Luca Turilli, secondo molti alfiere del metal tricolore, è decisamente lecito aspettarsi molto, molto di più.
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