Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2007
Durata:46 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. SPRITUAL APOCALYPSE
  2. FIRESTORM
  3. APOSTLES OF THE ENDLESS NIGHT
  4. WITHIN DIVISIONS OF DARKNESS
  5. THE INHUMAN RACE
  6. REMNANTS OF DIVINATION
  7. ILLUMINATION
  8. SACRED OBLIVION
  9. THE BLOODLINE HORROR
  10. TRIUMPH IN BLACK

Line up

  • Mike Hrubovcak: vocals
  • Mark English: guitar
  • Mike Poggione: bass
  • Lee Harrison: drums

Voto medio utenti

Che i Monstrosity abbiano contribuito alla nascita e all’affermazione del death metal floridiano penso sia fuori di dubbio. Altrettanto scontato è, però, il fatto che rispetto a tanti loro colleghi più illustri i nostri ragazzi di Fort Lauderdale siano sempre stati un gradino più in basso, vuoi per la loro proposta non sempre assestata su alti livelli, vuoi per i continui cambi di formazione. Fatto sta che i loro dischi non mi hanno mai convinto del tutto. Dopo l’ennesimo cambio di line up, la band guidata dal batterista Lee Harrison, unico membro superstite della formazione originale, dà alle stampe questo “Spiritual apocalypse”, quinto lavoro ufficiale della loro carriera. Beh, devo ammettere di essermi messo all’ascolto del cd con non poche perplessità, ma devo anche notare come con lo scorrere delle songs il cd mi abbia convinto in maniera inaspettata. Premetto subito che non ci troviamo davanti ad un capolavoro, però “Spiritual apocalypse” scorre via che è una bellezza, con la band in forma smagliante a picchiar giù duro. Come sempre lo stile è un mix ben riuscito tra il death metal old school e il brutal più moderno, anche se, come già accaduto per esempio per “Primal massacre” dei Vomitory, gli elementi brutal sono relegati al profondo growl del singer e alle parti in blast beat della batteria, mentre la struttura delle canzoni e il riffing restano pesantemente ancorati alla vecchia scuola death metal dei primi anni ’90. E, almeno per me, questo è un bene… Dicevamo della line up… Ad affiancare il condottiero Lee Harrison troviamo ancora una volta Mike Poggione al basso e due new entry, Mark English alla chitarra e Mike Hrubovcak alla voce, già nei Vile e nei Divine Rapture. Molto particolare l’apporto del primo, che ha inserito nel sound pesantissimo della band degli innesti melodici evidentissimi durante gli assoli, spesso e volentieri ai limiti del neoclassico, mentre nulla da dire sulla prova di Mike dietro il microfono. Il suo growl colpisce e convince e dona al sound, già di per sé micidiale, ancora più cattiveria e ‘profondità’. Ma d’altra parte che la produzione spacchi tutto penso sia scontato, visto che il cd è stato registrato ai Morrisound Studio, da anni sinonimo di death metal di alto livello. Fin dalla opener e title track i Monstrosity mettono le cose in chiaro: sono più agguerriti che mai e sono tornati per devastare. Immenso il lavoro svolto da Harrison dietro le pelli, potente vario e fantasioso, e sincronizzato alla perfezione con il riffing di English, che, come già accennato prima, non si preoccupa di inserire elementi distanti dal sound monolitico della band, sia con l’innesto di qualche sporadico riff più leggero, sia, e soprattutto, in fase solista. A parte un paio di pezzi che superano i sei minuti i brani si assestano tutti su lunghezze non eccessive, e questo particolare contribuisce a donare al cd più freschezza e a non tediare l’ascoltatore. Se aggiungiamo una discreta varietà di riff e svariati cambi di tempo il gioco è fatto. Mike Hrubovcak non disdegna di tanto in tanto innesti in scream, come in “Firestorm”, anche se è il growl a farla da padrone e devo dire che a fine cd il giovane singer uscirà trionfatore, con una prova veramente da manuale del brutal death metal. “Spiritual apocalypse” è un disco monolitico che va ascoltato tutto d’un fiato. Di sicuro non presenta particolari highlight, e questo forse è una piccola pecca, ma di contro non ci sono neanche cali particolari. Nove brani (se si tiene da parte il cortissimo e inutile intermezzo “Illumination”) che non possono vivere di vita propria, non possono essere decontestualizzati, vanno assaporati e gustati uno di fila all’altro, per un massacro sonoro senza sosta. Tra i pezzi che mi hanno colpito di più ci sono di sicuro “The inhuman race”, che mi ha fatto fare un salto indietro di più di quindici anni, e la conclusiva “Triumph in black”, varia ed assassina al tempo stesso. In tutto questo c’è spazio anche per un paio di song più riflessive, per quanto lo possano essere i Monstrosity, e cioè “Remnants of divination” e “Sacred oblivion”, manco a dirlo i due brani di cui parlavo prima, quelli che superano i sei minuti...qui i ritmi rallentano un po’, i riff diventano più claustrofobici ma comunque letali, ma d’altra parte un disco death metal senza rallentamenti marci e malati non sarebbe tale...
Cosa aggiungere in conclusione? Sicuramente che questo “Spiritual apocalypse” mi ha stupito. Certamente non sarà un disco che cambierà le sorti del death metal, ma penso che non passerà neanche inosservato. D’altra parte lo scopo di band come i Monstrosity non è quello di inventarsi qualcosa di nuovo, né quello di produrre dischi innovativi. Loro, come i Vomitory, nominati prima, devono solo pestare giù duro e fare quello per cui sono nati: suonare death metal malato e distruttivo. E l’hanno fatto...

Voto: 7,5/10
Roberto Alfieri
-----------

Anche se i Monstrosity pubblicano un disco ogni quattro anni, c’è sempre interesse nei loro confronti in quanto band di assoluto rilievo nella storia del death metal floridiano. “Spiritual Apocalypse” segue l’indice stilistico già sentito nei due lavori precedenti “Rise To Power” e “In Dark Purity”: un death metal fedele alla tradizionale americana, i cui riff vengono di volta in volta “sporcati” da timide commistioni con il black metal. I pezzi che rispondono a questa formula sono i più efficaci (“Firestorm”, “The Bloodline Horror”, “Triumph in Black” e “Remnants Of Divination”) mentre quelli più tipicamente death metal restano in un angolo a prendere la polvere per via di soluzioni stilistiche davvero troppo canoniche e prive di fantasia. La ragione di ciò va forse cercata nell’ingresso in line-up del mediocre cantante Mike Hrubovcak (Vile, Divine Rapture) che va a sostituire il più dotato Jason Avery, ma soprattutto nella dipartita del chitarrista Tony Norman (bassista dei Terrorizer e chitarrista live per i Morbid Angel). In definitiva, l’unico che oggi spicca all’interno dei Monstrosity è proprio Lee Harrison, batterista nonché unico membro rimasto della line-up originale, lasciando un feeling di mediocrità ad aleggiare sul resto della formazione. Per fortuna che la produzione è targata Morrisound Studios, in pratica quanto di meglio ci si possa aspettare per un disco di death metal della vecchia scuola. For fans only!

Voto: 6/10
Alessio Oriani
Recensione a cura di Roberto Alfieri

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.