Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2020
Durata:37 min.
Etichetta:Season of Mist Underground Activists

Tracklist

  1. PURE HELLFIRE
  2. LUCIFERIAN SOVRANTY
  3. THE ONES FROM HELL
  4. ABSOLUTE EVIL
  5. CODEX OBSCURITAS
  6. DARKNESS SUPREME
  7. THROUGH THE BLACK ABYSS
  8. NECROWRETCH

Line up

  • Wence: bass, guitar
  • Vlad: vocals, guitars
  • Ilmar: drums, percussion

Voto medio utenti

Nuovo album per questo terzetto francese dedito a sonorità estreme.
Un disco che è immediato, eppure i sapori pur se conosciuti e sperimentati nel corso degli anni da svariate formazioni, con questi galletti prendono vie anche personali.
I nostri cambiano un elemento nella line-up, ma la sostanza non varia in questo quarto album, ovvero puro, maligno e uncompromissorio death metal con influenze black metal e una certa vena svedese.
La copertina è un bel colpo d’occhio; un demone su sfondo quasi completamente nero che divide il titolo dell’opera, e dalla cui bocca scorre un fiume rosso sangue.
All’occhio balza come questa testa cornuta demoniaca, sembra quasi ispirata all’arte giapponese per certi particolari, e in fonte reca il logo della band.
L’opener “Pure hellfire” scaturisce da un arpeggio dissonante acustico; un paio di note ripetute, malsane con percussioni fino all’apertura elettrificata che ripete la melodia con più potenza.
Il brano poi diventa un death metal ad alzo zero con blast beats poderosi, basso in primo piano e chitarroni; il singer e chitarrista Vlad usa un timbro in screaming alto e feroce con una scansione rabbiosa del chorus.
Luciferian sovranity”, è il classico brano blackened death metal, chitarroni in tremolo dal suono americano e blast beats a raffica.
Lo screaming è feroce e le rullate sono senza sosta, ma ecco che arriva il tempo cadenzato a dare respiro in una mortifera cavalcata che profuma di Watain con cambi di tempo sostenuti.
Absolute evil”, è una semistrumentale che ricorda l’approccio swedish alla materia nera.
Gran lavoro di percussioni, col basso sempre in prima linea e chitarre malsane in questo brano percussivo che si conclude con lo screaming sul finale.
Darkness supreme”, è una cavalcata che puzza di Dissection lontano un miglio per l’uso del riffing.
Brano che è ferocissimo nell’uso vocale del singer francese, e che alterna sfuriate a tempi più cadenzati fino alla conclusione rumoristica con la voce amplificata dall’eco e riverberata.
Through the black abyss”, è la strumentale o seconda semistrumentale, dato che i vocalizzi in riverbero sono solo all’inizio della composizione.
Brano che inizia in maniera acustica, per poi aprirsi con poderoso attacco cadenzato che porta sul finale epico e nerissimo.
Il disco si conclude con il brano che prende il nome dalla band, brano di puro death/ black metal.
Sfuriate senza sosta, chitarroni che denotano l’amore dei nostri per sonorità scandinave e voce ringhiosa amplificata dall’eco.
Brano che non lesina in ferocia e malignità, ma che personalmente il mixing troppo alto della batteria mette in secondo piano le chitarre.
Disco che non aggiunge nulla di nuovo al genere, ma che può essere preso come un buon album di death metal dalle venature nere fatto con passione.
Recensione a cura di Matteo Mapelli

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