Anche gli svedesi Kamera provano a tentare il colpaccio riuscito (con più successo) agli Ark di "It takes a fool...": "Resurrection" arriva a 4 anni dal debutto che gli guadagnò il supporting act a Robbie Williams, Pink e un discreto airplay radiofonico in patria, ora la band si ripresenta con tastierista e chitarrista nuovi sperando di allargare il raggio di popolarità anche fuori dai confini nazionali tra i nostalgici delle sonorità elettro-pop e commercial new wave spaziando tra i primi Duran Duran, Pet Shop Boys, Alphaville, Erasure, New Order, AHA e i Depeche Mode più commerciali. Confezione stilisticamente impeccabile prodotta magnificamente che sfrutta un perfetto quanto equilibrato uso di chitarre e sintetizzatori, brani piacevoli ed orecchiabili che a metà anni ‘80 avrebbero fatto furore in radio e discoteche, ma, a parte la delicata "Another sign of love" (chitarre acustiche accompagnate da strati di synth e pianoforte), il resto suona troppo di già visto o sentito e rischia di passare inosservato nel giro di pochi ascolti, oscurato dall'inevitabile confronto con un passato che non ha più bisogno di essere rivisitato. Consigliabile solo a prezzo stracciato, altrimenti meglio andarsi a riascoltare gli originali.
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