Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2007
Durata:non disponibile
Etichetta:Lion Music

Tracklist

  1. BURNING MY SOUL
  2. I DON'T BELIEVE IN LOVE
  3. INTO THE VOID
  4. REVENGE
  5. JUST ANOTHER DAY
  6. J. HAYDN EXCERPT FROM SONATA IN E MINOR
  7. CLASSIC WAR
  8. EMPEROR'S WILL
  9. FOLLOW YOUR HEART
  10. STAND UP AND FIGHT
  11. LET THE FUTURE UNFOLD
  12. SYMPHONIC FORCE
  13. LIQUID RAIN
  14. FIRE IN THE SUN
  15. DIVIDED HORIZON
  16. GLACIAL INFERNO
  17. DANCING FLAME
  18. FORGIVE
  19. DYING TO LIVE
  20. BURNING ICE
  21. THEME FROM ALBINONI (BONUS TRACK)

Line up

  • Vitalij Kuprij: keyboards

Voto medio utenti

Vitalji Kuprij, il virtuoso tastierista conosciuto dai metallari per la sua militanza in formazioni come Artension o Ring of Fire, si ripresenta sul mercato discografico con una doppia fatica: "Glacial Inferno" e "Revenge" sono infatti due lavori distinti, identici nel genere proposto, con la sola eccezione che il primo è interamente strumentale, mentre nel secondo la maggior parte dei brani sono cantati.
Nulla da dire sul livello della proposta: musicisti come Michael Harris alla chitarra, Randy Coven al basso, o John Macaluso alla batteria, sono di per sé una garanzia, ed infatti la loro prestazione è impeccabile in entrambi i lavori. Stessa cosa dicasi per i cantanti impegnati, tra cui figurano i nomi illustrissimi di Doogie White, Goran Edman e sua maestà Joe Lynn Turner: ovviamente, quando si hanno a disposizione ugole simili, parrebbe impossibile fare fiasco, vero? Sbagliato! Per quanto possa sembrare assurdo, né "Revenge" né "Glacial Inferno" sono lavori che si faranno ricordare in eterno: eccezionale il livello tecnico, da brividi i virtuosismi strumentali e vocali in ogni singolo brano, ma decisamente povero e privo di mordente il songwriting. Se devo essere sincero, non ho mai amato alla follia questo tipo di proposta musicale, che troppo concede al gusto barocco e poco (per lo meno nella mia personale visione musicale) alla pura e sostanziale emozione. Qui mi sembra proprio che si voglia perseguire a tutti i costi la voglia di stupire l'ascoltatore, prima ancora di comporre brani che risultino freschi ed efficaci.
Gli spettri di Malmsteen ed André Andersen sono ovviamente presenti dovunque, ma in entrambi gli episodi, dopo due o tre pezzi validi e di indubbio impatto, l'attenzione cala e rapida subentra la noia. A conti fatti, tra i due dischi mi sentirei di raccomandare "Glacial Inferno": il fatto che sia interamente strumentale rende più giustificate le contorsioni melodiche di Vitalij e compagni, e costituisce un interessante sottofondo nei momenti più disparati. "Revenge", per quanto mi riguarda, è troppo innocuo e troppo pesante: se siete dei fan dei singer citati sopra, andatevi a reperire qualche loro lavoro solista, o qualche collaborazione passata (che dire di "Odyssey", che svelò al mondo il talento di Turner?). For die hard fans only!
Recensione a cura di Luca Franceschini

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