Definire la musica degli estoni Forgotten Sunrise è un’impresa ardua. La band in questi 15 anni non ha mai dato punti di riferimenti certi, e non li dà in questo “Willand”, disco oscuro che si muove al confine liminale di techno, jungle, ebm, gothic, darkwave, trip hop, psichedelia, industrial e chi più ne ha più ne metta. Il tratto comune delle composizioni però, oltre ad un’oscurità di fondo, è l’assoluta schizofrenia, il caos, che sempre imperversa nelle dodici tracce di questo lavoro. Un disco che la stessa band definisce, in maniera appropriata come la vera rappresentazione del loro futuristico, freddo e meraviglioso mondo.
Freddo è un aggettivo adatto per questo disco, ed il gelo che si insinua nella ossa, ascoltando un pezzo come “Dead Le Gends A Mong The Living” è fottutamente reale. Si ha la sensazione di muoversi in un ambiente asettico, digitale, siliceo, dai tratti lividi.
Il successivo pezzo “Prophylatic Euthanasia” gioca a confondere le carte, con parti acustiche, quasi folk, ed una prova vocale intensa e sofferta.
La disomogeneità del platter, l’inafferrabilità della proposta, il senso di disorientamento, di alienazione, fanno di questo disco qualcosa di assolutamente non convenzionale, ma al tempo stesso rappresentano un ostacolo alla decodifica dei codici espressivi usati dall’autore. Si richiede uno sforzo intenso all’ascoltatore, gli si chiede un abbandono totale ad una musica per sua stessa natura ostica.
Questo “Willand” è un disco per chi ama le sfide, per chi ama mettersi alla prova, consapevole che la diversità arricchisce. I Forgotten Sunrise hanno ben presente ciò, e questo disco ne è la piena riprova.
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