Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:43 min.
Etichetta:Victory
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. FAST FORWARD TO 2012
  2. SPEAK OF THE DEVIL
  3. THE DANGER IN STARTING A FIRE
  4. THE PLOT TO BOMB THE PANHANDLE
  5. MONUMENT
  6. THE PRICE WE PAY
  7. COLDER THAN MY HEART IF YOU CAN IMAGINE
  8. SHOW EM THE ROPES
  9. A SHOT IN THE DARK
  10. HERE'S TO THE PAST
  11. I HEARD IT'S THE SOFTEST THING EVER
  12. START THE SHOOTING

Line up

  • Jeremy McKinnon: vocals
  • Neil Westfall: guitars
  • Tom Denney: guitars
  • Joshua Wooddard: bass
  • Alex Shellnutt: drums

Voto medio utenti

Nuova scoperta per la Victory Records, label americana dedita da sempre alla ricerca di nuove sonorità americane che abbiano come componente principale l’hardcore. Il debutto dei floridiani A Day To Remember segna un punto a favore per la label di Chicago. “For Those Who Have Heart”è un disco che, pur non inventando nulla, esalta le componenti del metalcore americano, quindi ci sono potenza e melodia, freschezza compositiva, cori anthemici da sballo ed una certa introspettività che non guasta e, anzi, non sembra fare a pugni con l’immaginario tardo adolescenziale cui in genere queste bands fanno rivolgono.
Le canzoni hanno tiro, sanno essere violente, anche grazie alle doppie vocals clean/growl del singer Jeremy McKinnon. Perfetto esempio di ciò che dico sono canzoni come “Show Em The Ropes” ed “A Shot In The dark”, dove si possono sentire ritmiche al cemento tipiche di bands come Bury Your Dead e Unearth.
Tuttavia, come dicevo, non mancano momenti di alta melodia, di introspezione, il cui perfetto esempio sono canzoni come “Monument” e, l’acustica, “The Price We Pay”.
Ottima la produzione, abile ad esaltare il sound pulito, potente ed alternativo della band.
Confondere gli A Day To Remember con il marasma di uscite metalcore statunitensi sarebbe facile, tuttavia ad un ascolto attento ci si rende conto che la band ha un pizzico di personalità, un quid pluris che la rende fresca e stimolante. Il problema sarà, secondo me, al momento di dare un successore a questo disco, visto che la band non potrà più contare sull’effetto sorpresa. Ma non è questa la sede per questo tipo di preoccupazioni.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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