Quattro belle ragazze, il primo E.P. “Conflitti e Sogni” che ha venduto più che bene con 4000 copie vendute, passaggi televisivi piuttosto abbondanti grazie ai videoclip prima del vecchio brano “Strane Idee” ed ora del nuovo “Maledetta Me!”; addirittura il pezzo “Danza nel Buio”, presente in questo album, è stato incluso nella colonna sonora di quella specie di sottofilm a titolo “Ho Voglia di Te” (séguito di un altro aborto adolescenziale a nome “Tre Metri sopra il Cielo”) che ha consacrato come star italiane due attoroni come Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti…e come direbbe il buon Pino Scotto “ma chi cazz’è Laura Chiatti??? Questa è l’Italia ragazzi…PTUU ma vafanguloooo”.
Tutto questo per dire che di materiale per montare un altro gruppo italiano sull’apparenza e null’altro ce n’era in abbondanza. Invece, nessuna copertina facile od ammiccante (anzi, direi il contrario), nessuna foto provocante o scollacciata all’interno del booklet, ed anzi addirittura un’ostica (ma molto bella) strumentale posta come apertura del nuovo disco “Male di Luna”. Beh, non foss’altro per questo i miei complimenti vanno a La Menade che hanno dimostrato di essere interessate alla musica in primis, a differenza di tante loro colleghe.
Passando prettamente all’analisi dell’album in questione, c’è da dire che il quartetto capitolino ha confermato quello che di buono era possibile ascoltare nell’EP precedente, pubblicando un lavoro completo, aggressivo e di sicuro impatto, a metà strada tra ossessioni metropolitane ed un’acida melodia su cui si adagia a perfezione la voce della sirena Tatiana. Rock, a volte più sperimentale (“Il Senso del Piacere”, uno dei migliori episodi), soprattutto grazie al lavoro egregio delle tastiere di Tanya, a volte più canonico e lineare, ma sempre rock e talvolta anche con riffs decisamente metal in senso stretto e pesanti, come nei primi secondi di “Senza Far Rumore”. Certamente “Maledetta Me!” è il pezzo che per incisività e metrica spicca per qualità, non per niente è stato scelto come singolo, ma anche le seguenti e più distese “Riflesso” ed appunto “Danza nel Buio” si lasciano apprezzare sin dal primo ascolto, con le loro melodie ipnotiche ed oniriche.
“La Favola Imperfetta” ci introduce in uno dei più grandi difetti dell’album che a metà strada comincia a perdere in qualità del songwriting, il quale diventa altalenante tra un pezzo e l’altro, forse evidenziando un minutaggio globale troppo elevato o qualche filler evitabile nella scelta finale di ben 15 brani, con qualche remora specialmente sul pezzo “La Strada”, prima dell’invece ottima conclusione assegnata a “Desideri di una Notte Senza Stelle”, brano dedicato alle vittime della violenza, e soprattutto alla ghost track (ancora una sorprendente strumentale!) senza titolo davvero stupenda che risolleva il giudizio generale proprio nel rush finale e che dovrebbe tracciare la via per il luminoso futuro del combo capitolino.
In definitiva un buon lavoro, che evidenzia una maggiore validità della band su brani più consistenti e cattivi: in luce di ciò, una produzione maggiormente incentrata sull’aggressività della chitarra avrebbe a dir poco giovato alla qualità generale di “Male di Luna” che lascia sempre un po’ l’amaro in bocca, a livello di sound, quando le ragazze decidono di pestare giù duro, dato che lo fanno bene. La dimensione live, fortunatamente e meritatamente, fa pendere definitivamente l’ago della bilancia dalla loro parte, in attesa però di una ancora maggiore maturità e di una produzione in studio più adeguata alla loro proposta sonora.
Decisamente promosse.
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