La carriera di questi hardcore kids è costellata di molti Ep, split albums e apparizioni su svariate compilation del genere, mentre "Unrest", originariamente uscito nel 1994, rappresenta l'unico disco in studio realizzato da questa band di Boston.
Quello che mi trovo tra le mani non è nient'altro che la versione rimasterizzata del disco, uscita a tredici anni di distanza. Non possedendo la prima stampa dell'unica fatica disgorafica dei Disrupt mi è impossibile fare qualsiasi tipo di raffronto tra le due edizioni, ma tuttavia non mi impedisce di dare un giudizio qualitativo della musica contenuta nell'album: le trenta tracce da cui è composto sprigionano furia hardcore da ogni poro, con qualche concessione a territori prossimi al grindcore (a tal merito la voce è l'esempio più chiaro, ma anche le parti di batteria adottano soluzioni tanto care al genere), andando a creare una miscela altamente esplosiva che sicuramente può interessare anche chi di solito è orientato verso lidi più metallici. Credo sia inutile dire che non c'è da aspettarsi grande varietà ascoltando i Disrupt, tuttavia mi preme sottolineare come il disco scorra in maniera lineare e piacevole, anche se forse trenta tracce sono troppe da digerire in una botta sola. Probabilmente, racimolati un po' di dindini, i Disrupt avranno cercato di mettere su cd quanta più roba possibile. Le tematiche trattate dalla band sono molto vicine alla cultura crust-hardcore, e contemplano tra le tante l'animalismo, la sessualità, l'opposizione a qualsiasi forma di religione e com'è giusto che sia anche tematiche a sfondo sociale.
I Disrupt sono il punto di incontro ideale tra l'hardcore più guerrigliero e il grindcore più cattivo, adatto a tutti coloro in cerca di attitudine, impatto diretto e di tanta (ma tanta eh!) rabbia.
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