Se i finlandesi
Altaria si fossero affacciati sul mercato alla fine degli anni novanta, quando il power metal di stampo teutonico era ancora largamente gettonato, probabilmente adesso starebbero godendo di ben altro status. Purtroppo per loro, la loro apparizione quattro anni fa, destò interesse più per la presenza illustre del chitarrista dei Sonata Arctica Jani Liimataien che per riconosciuti meriti artistici. Adesso, con tre album all’attivo e numerosi live show in compagnia di act come Lordi, Doro Pesch e gli stessi Sonata Arctica, ecco arrivare un importante cambio di line up: fuori Taage Lahilo (che a sua volta era entrato nella band con “Divinity”, nel 2004) e dentro Marco Luponero, ex Terrorwheel. Alla luce di questo, quale occasione migliore per ripubblicare alcune delle canzoni migliori dei primi due album (da tempo introvabili) con l’aggiunta di due brani inediti cantati dal nuovo singer?
“Divine invitation” non è nient’altro che questo: cinque song dall’esordio “Invitation”, altre cinque dal follow up “Divinity” più un piccolo assaggio di quanto potremo sentire a fine anno nel quarto lavoro dei finlandesi, in uscita a fine anno.
E per il sottoscritto questa release diventa una piacevole occasione per riscoprire una band che non aveva mai degnato di grande considerazione, e che risulta invece avere frecce interessanti al proprio arco.
Il loro power metal venato di hard rock punta più sulla dinamicità che sulla velocità, e pur non brillando certo per originalità, sa confezionare canzoni piacevoli e immediate. Le varie “Unicorn”, “Unchain the rain”, “Darkened highlight”, “Ravenwing” sono davvero valide e godibili, pur nella consapevolezza che non diventeranno mai dei capolavori.
Interessanti anche i due brani inediti presenti in questa raccolta, che non si discostano per nulla da quanto fatto dalla band nel corso della sua breve storia e che mettono in luce un cantante bravo al punto giusto che, siamo sicuri, saprà contribuire al meglio al prossimo disco degli Altaria.
Come ulteriore motivo di interesse, troviamo la presenza di numerose tracce demo registrate tra 2001 e 2002, alcune delle quali relative a brani di cui non è presente la versione originale.
Resta il problema di una band fine a sé stessa, che difficilmente raccoglierà molto di più di ciò che ha fatto finora: del resto le capacità sono quelle che sono, e l’attuale crisi del power metal non è da mettere in secondo piano.
Da parte mia, non posso far altro che parlare bene di questo lavoro e invitare tutti coloro che amassero queste sonorità ad avvicinarsi a questo disco: settanta minuti di musica a prezzo speciale varranno sempre qualcosa, o sbaglio?
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