Copertina 7,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2007
Durata:49 min.
Etichetta:My Graveyard
Distribuzione:Masterpiece

Tracklist

  1. INSTABILITY
  2. QUEEN OF SOLITUDE
  3. HEART OF STONE
  4. DON'T WASTE YOUR TIME
  5. WHO AM I
  6. THE FORTRESS
  7. STORIES
  8. CHILDS PRAYER
  9. THE PRISON
  10. RUN IF YOU CAN

Line up

  • Alessio Taiti: lead vocals
  • Leonardo Taiti: guitars
  • Lapo Torrini: lead guitars
  • Massimiliano Dionigi: bass
  • Giovanni Guarnieri: drums

Voto medio utenti

Con i Frozen Tears, la scuderia dell’etichetta bresciana My Graveyard Productions ha sicuramente acquisito un cavallo di razza, un purosangue dai muscoli forgiati nell’acciaio che corre libero e fiero nelle lande della NWOBHM e in quelle dell’US metal degli eighties, dimostrando la sua prestanza e la sua maestosità ad ogni movenza.
Mi scuserete per questo pizzico di “retorica” da “metal head” un po’ infantile, ma è da sempre l’effetto che mi fa la proposta di questo quintetto toscano, che, pur non avendo nulla di puerile, inevitabilmente riporta la mente ad una delle stagioni più entusiasmanti per gli amanti di questo suono, contraddistinta, oltre che da molte personalità artistiche di spicco, anche dalla definizione dei tratti fondamentali di un “immaginario” che identifica ancora oggi un certo universo musicale.
I Frozen Tears continuano, anche con questo nuovo “Nights of violence”, ad impressionarmi molto favorevolmente per l’atteggiamento con cui interpretano le loro passioni ispirative: una tecnica strumentale tutt’altro che approssimativa e un’invidiabile coesione si assoggettano ad un’imponente cultura specifica che consente alle loro partiture, sebbene quasi fatalmente non troppo originali, visto il rigore stilistico, di segnalarsi per la forza d’urto e per la maestria espressiva, le quali evitano al songwriting banalità e eccessiva dipendenza dai modelli, alla fine i rischi maggiori per chiunque si cimenti in un campo tanto popolare, amato e caratterizzato.
In sostanza, anche se è impossibile non riconoscere nei quasi cinquanta minuti di durata del disco un’ammirazione piuttosto evidente per alcune delle icone nodali del genere (i Judas Priest in primis), tale dedizione è talmente “naturale”, coinvolgente e appagante da rendere il lavoro del combo fiorentino un’autentica e credibile “celebrazione” di un sound davvero “glorioso” e questo senza cercare alacremente di diventare la “risposta italiana” a qualche nome famoso, un ruolo spesso frettolosamente assegnato dalla critica specializzata a questa o a quella formazione, magari in maniera anche gratificante ma poi altrettanto limitativa.
Quella dei Frozen Tears è una potente macchina da combattimento che affonda i suoi colpi con chitarre fulminanti, ritmi crepitanti e una voce che, con le sue tonalità molto Halford-iane, sa condurre con abilità questo copione parecchio “tradizionale” e altrettanto avvincente.
Partendo dalla micidiale opener “Instability”, passando per le cadenze sinistre e vorticose di “Heart of stone”, per l’efficace e trascinante “Don’t waste your time”, per la buona “Who am I?” (con il singer Alessio Taiti che sfodera una volubile prestazione, dove un velo della schizofrenia vocale di un King Diamond si aggiunge alla consueta base mutuata dall’oracolo del Prete di Giuda!), soffermandosi su “The fortress”, “Stories” e “Child’s prayer”, tre killer songs di metallo elaborato, enfatico e atletico, procedendo con la vibrante “The prison” e terminando con l’egregia cover degli Accept “Run if you can”, “Nights of violence” appare come un’altra convincente conferma dell’integrità artistica di una band che non vuole tradire il suo “primo amore”, l’heavy metal d’impostazione classica.
Nessun imprevisto dunque, però molta competenza e spontaneità … se di stereotipo si vuole parlare, beh, si tratta senza dubbio di un tipo di “cliché” in perfetta salute.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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