Gli Haste The Day, di Indianapolis, giungono al terzo disco con questo “Pressure The Hinges”. La band dichiara di ispirarsi apertamente al filone cristiano del proprio suono, ma omette di dichiarare altrettanto apertamente le proprie, evidenti, fonti di ispirazioni, le quali sono da ricercarsi nel filone metalcore tutto, a partire dai Killswitch Engage in poi, americano.
Sebbene la band non aggiunga nulla alla casistica del genere, offrendo una massiccia dose di melodie e potenza di discreta qualità, saltellando dall’emocore allo swedish death, passando per il thrash metal, è d’uopo citare qualche pezzo davvero sopra la media e che nobilita questo disco.
Sto parlando di “Needles”, pezzo che parte in maniera dinamica, lontano quindi da ritmiche al cemento groovy e cadenzate, e che pian piano assume un mood apocalittico, un progressivo deragliamento da un sound per certi versi “fun” ad un altro che assomiglia ad una discesa nell’angoscia. La successiva “Janet’s Planet” è una song ipnotica, lenta, subdola, che si insinua sotto l’epidermide o addirittura sotto la corteccia cerebrale. L’altro pezzo degno di menzione è “Chorus Of Angels”, dove fanno la loro comparsa delle tastiere e dove viene riassunto un po’ tutto il sound degli Haste The Day, a partire da splendide melodie, con un’interpretazione sofferta da parte del singer ed un finale di assoluto livello.
Tre pezzi che nobilitano un disco discreto ma nulla più, che soffre di un’eccessiva lunghezza, anche a causa di una bonus track e due demo version.
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