Copertina 8,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2007
Durata:51 min.
Etichetta:Black Lodge
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. UPPVAKNANDE
  2. UR SJÄLSLIG DÖD
  3. EN FALLEN FADER
  4. DEN GAMLE TALAR
  5. GENOM VÄRLDAR NIO
  6. VISIONER PÅ ISEN
  7. VARGBRODERN TALAR
  8. I UNDERJORDEN
  9. NIO DAGAR, NIO NÄTTER
  10. VARGSTENEN
  11. VEDERGÄLLNINGENS TID
  12. ELD

Line up

  • Erik Grawsiö: vocals, drums
  • Markus Andé: guitars
  • Jonas Almquist: guitars
  • Pierre Wilhelmsson: bass
  • Janne Liljeqvist: violin

Voto medio utenti

Il momento della gloria è arrivato anche per gli svedesi Manegarm, che al quinto tentativo realizzano un lavoro solido e ispirato, al punto da poter essere inserito tra i migliori episodi del genere viking. Quello che era sempre mancato ai lupi nordici era la quadratura del cerchio: la perfetta unione tra black metal, folk, pagan... proprio quello che i cinque sembrano avere trovato in occasione di "Vargstenen", album che da questo punto di vista risulta veramente ben coeso. Certo, qualche stacco ancora forzato esiste, ma sono piccoli nei incastonati in un lavoro che dal punto di vista della varietà e complessità ha ben poco da invidiare ad altri.
Pur non inventando nulla di nuovo i Manegarm sono riusciti a reinventare la loro formula, spostando l'equilibrio verso la componente folk. L'impegno è testimoniato dall'ottimo lavoro del violinista, sempre presente nelle parti in cui il riffing classico e una voce pulita ma aggressiva lo richiedono. Questo rende il gruppo nelle intenzioni molto simile ai Korpiklaani, ed è in generale dal folk finlandese che la band mutua molte delle idee melodiche. Ma non solo, anche dall'altra nazione vichinga vengono presi elementi utili alla causa: il norvegese Vintersorg viene saccheggiato per quanto riguarda aspetto vocale e struttura delle canzoni, costruite attorno all'alternanza tra parti furiose e rilassati break centrali, dal sapore più epico. Nonostante la mancanza di qualsivoglia innovazione, il quintetto svedese ha colpito nel segno grazie a canzoni belle, potenti, variegate. Che incorporano al loro interno anche interludi acustici e attraenti divagazioni a base di vocals femminili... il tutto per rendere più credibile la parte folk e non relegarla a semplice contorno per differenziarsi dalla massa.
Se proprio dovessi fare un appunto riguardo "Vargstenen" citerei sicuramente le meno ispirate parti aggressive, in cui la band si spinge al limite del death metal con riff a volte anche piuttosto banali. Fortuna che si tratta di brevi partiture, e non della regola. Spero che in futuro anche questo retaggio del passato venga cancellato e superato dall'ottima band nordica. L'esercito di Odino ha trovato una nuova forza!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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