A solo ad un anno di distanza dal precedente 'The Undying Darkness', i teutonici Caliban ritornano con un altro platter di denso Metalcore, sempre con chiare influenze Hardcore ma anche con ampi spazi dedicati alle melodie. Come al solito, e come il genere impone, diverse sono le parti mosh, ma a questo giro insieme al classico tempo dimezzato, di buona fattura sono le keyboards che di tanto in tanto compaiono sulle tracce, magari anche solo in battitura sui quarti. Dalla loro i Caliban hanno sicuramente il fatto che non copiano le band che al momento sono al top del genere (vedi Killswitch Engage su tutte, nonostante che dietro la consolle del mixer ci sia Adam Dutkiewicz, chitarrista del citato gruppo), ma cercano invece di andare avanti per la propria strada, nonostante che il riffing sia ultra risentito e che il canovaccio sia fondamentalmente sempre quello. Ma c'è un qualcosa che comunque fa rimanere a galla la band tedesca e che li pone ad un livello più alto della massa amorfica che esiste alla base del Metalcore... ovvero la compattezza, graniticità e la dinamica del sound e la grandissima voce di Marco Dörner, dotato di un harsh ed uno screaming letteralmente invidiabili (magari un pò meno pitch shifter in voce pulita non sarebbe guastato). Ottima la produzione. Un buon album per suggellare l'ottimo status quo che la band si sta creando.
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