Copertina 9

Info

Past
Anno di uscita:1989
Durata:34 min.
Etichetta:Noise

Tracklist

  1. DIE BY MY HAND
  2. NO NEED TO BE HUMAN
  3. READ MY SCARS
  4. D.O.A.
  5. MISTRESS OF DECEPTION
  6. TUNNEL OF PAIN
  7. WHY IT HURTS
  8. LAST ENTERTAINMENT

Line up

  • Ron Royce: bass, vocals
  • Tommy T. Baron: guitars
  • Marquis Marky: drums
  • Steve Rispin: keyboards (guest)

Voto medio utenti

E' recentissima la voce che vorrebbe gli svizzeri Coroner riuniti dopo 16 anni e impegnati dal vivo sulle assi dell'Hellfest del 2011. Quale occasione migliore quindi per celebrare questa grandissima, ma spesso sottovalutata, formazione che nell'arco della sua carriera ha sfornato una sequela di capolavori?
E' il 1989, e il trio capitanato dal bassista/cantante Ron Royce da alle stampe il suo terzo album "No More Color", mixato da Sua Maestà Scott Burns (tra gi altri) e presentato da una delle copertine più belle che il metal ricordi (la versione in vinile rende il doppio!!): il techno-thrash di "R.I.P." viene rivisitato attraverso l'esperienza che i Coroner hanno acquisito con la registrazione del secondo "Punishment For Decadence" e confluisce in questo album meraviglioso, preludio al vero masterpiece del terzetto elvetico che uscirà due anni più tardi sotto il titolo di "Mental Vortex".
Come sempre, il vero mattatore è il chitarrista Tommy T. Baron, probabilmente uno dei musicisti più dotati (non solo a livello tecnico-esecutivo, ma anche per quel che riguarda feeling e creatività) che la scena metal abbia mai potuto vantare ma che misteriosamente quasi tutti si dimenticano di citare: il suo rifferama intricato, complesso, cervellotico eppure mai fine a se stesso o freddo è il vero marchio di fabbrica nonchè motore del thrash metal dei Coroner, che in brani come l'iniziale "Die By My Hand", "No Need To Be Human", "Tunnel Of Pain" (veramente da brividi!) o "Mistress Of Deception" trova la sua piena affermazione, senza tralasciare i frangenti solisti in cui il buon Tommy da sfoggio non solo di una tecnica invidiabile, ma di un gusto ed un feeling unici. La voce grezza e rauca di Ron Royce poi fa il resto, marchiando a fuoco le otto perle che costituiscono "No More Color".
Per tutti coloro che non conoscono i Coroner, è giunto il momento di rimediare questa inammissibile lacuna: il disco oggetto di questa recensione è un ottimo punto di partenza che, siamo certi, vi porterà ad approfondire l'intera discografia del combo svizzero.
Ci auguriamo che la recente reunion (anche se non ancora ufficializzata dei diretti interessati) nno intacchi minimamente la storia di questa grandissima formazione che tanto ha donato alla causa del thrash più tecnico, e che anzi alimenti quell'aura di band culto che circonda ai Coroner, e che forse va loro un po' stretta.

Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata
Quando ci vuole ci vuole

Sì, la natura è estremamente importante per me, perché posso ritirarmi e trovare pace interiore poiché la natura è l'unico rifugio tranquillo in questi giorni. Ma creare musica e scrivere canzoni significa esprimere il tuo stato più intimo di emozioni e pensieri. La musica è sempre stata la mia uscita personale creativa e per questo sono molto grato di aver acquistato il technical thrash metal album "No more color"al posto della batteria per lo smartphone

Punishment for Decadence

Grande album siete dei grandi,questo si che è thrash,cacchio voglio sottolineare la canzone D.O.A stupenda

no more color

forse il piu immediato, come sempre ottima la tecnica e il songwriting. i coroner non sono mai banali

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