Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2002
Durata:46 min.
Etichetta:Loudblast
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. TSUNAMI
  2. HAPPY BIRTHDAY
  3. TELL A NUMBER
  4. #1
  5. ELECTRIC WAVE KIDS
  6. MEGAPLASTIUM
  7. MY LOVE
  8. A FINE EXAMPLE
  9. HOW TO MAKE $
  10. #2
  11. ALTERNATIVE SUCKERS WILL RULE
  12. S.C.Y.L.

Line up

Non disponibile

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I nostrani Unwelcome non sono certo una delle band che devono rendere in maniera troppo evidente quelle che sono le loro derivazioni e ispirazioni sonore, in quanto la musica da loro proposta vive pulsante di un freddo cuore che si nutre di una mescola assai intrigante di suoni corrosivi di derivazione hard core, richiami a certe sonorità care agli Alice In Chains, ben amalgamati da un collante stoner che si evidenzia anche dai titoli minimalisti presenti in questo valido ed a tratti affascinante lavoro. Gli undici pezzi proposti contengono autentiche perle quasi lisergiche - la cosmica "Alternative Suckers Will Rule ne è un valido esempio - guidate da un cantato volitivo che talvolta ricorda il Mike Patton più sobrio ed equilibrato mescolato a spunti degni del miglior Karl Middleton, vocalist degli oramai disciolti Earthtone9. Ma a dirla tutta è piuttosto arduo catalogare e classificare gli innumerevoli riferimenti che affiorano in superficie ascolto dopo ascolto, riferimenti che convivono e si completano tra di loro assolutamente senza sforzo. Purtroppo la limitatezza delle informazioni in mio possesso non mi permettono di essere più preciso riguardo la band, che a quanto pare sembra essere stata ad un passo dalla svolta in carriera, e posso solo dire che "Independance Worm Songs" gode di un'ottima produzione, targata Toronto ("Phase One Studio" per la registrazione) e New York ("Absolute Audio" per la masterizzazione), che dona tra le altre cose un suono assolutamente apocalittico al basso, oltre a permettere un'eccellente definizione di tutte l sfumature sonore e dei campionamenti che affiorano continuamente lungo i tre quarti d'ora del lavoro. Certo ci sono ancora dei buoni margini di miglioramento, e alla lunga trovo leggermente fiaccante il ripetersi quasi uniforme degli stessi ritmi presenti un po' in tutte le composizioni, ma alla fine il risultato finale è decisamente di assoluto livello. Ascoltare per credere!
Recensione a cura di Roberto 'Robbyy' Corbatto

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