L'individuazione del disco che ha dato i natali all'intero movimento death metal è tutt'ora oggetto di diverse diatribe tra appassionati del genere, che sposano una delle tre teorie che stanno alla base della fondazione del death (a questo proposito vi invito a leggere la guida al death metal di
Metal.it).
Per chi scrive, pur riconoscendo grandi meriti a formazioni come
Possessed e
Slaughter, il death metal di stampo americano (o meglio, floridiano) ha il suo "anno zero" in
"Scream Bloody Gore" dei
Death di
Chuck Schuldiner, un combo che è destinato a segnare in maniera profonda ed indelebile tutto il genere, sia nelle sue divagazioni più "pure" e rozze, che nelle sua ramificazioni più raffinate e ricercate. Il disco esce nel 1987 ed è subito chiara a tutti la portata enorme di questo disco, in grado di ridefinire il concetto di "musica estrema"; basta l'iniziale "Infernal Death" per capire che quello che suonano i Death è un qualcosa che fino ad allora era solo stato abbozzato, che non aveva ancora raggiunto una propria identità, e che finalmente ora trova la sua definitiva affermazione: chitarre sgraziate e dall'incedere parossistico, dominato da riff minimali e quasi primitivi, accompagnate dalla sezione ritmica di
Chris Reifert (che poi fonderà i suoi
Autopsy, altra band seminale) che pensa a devastare tutto e basta, con la voce di Chuck Schuldiner priva di ogni parvenza umana a declamare liriche di sangue, morte, interiora, mutilazione e zombie. Nemmeno gli Slayer più ferali erano mai arrivati a tanto. Brani come "Zombie Ritual", "Mutilation", "Baptized In Blood", "Evil Dead", "Scream Bloody Gore" e "Torn To Pieces" divengono quindi bandiere di questo nuovo genere, che da lì a pochi anni avrebbe attecchito in maniera assai proficua in Florida, ma facendo proseliti anche in tutto il mondo, con formazioni che hanno saputo rivisitare con personalità la lezione dei grandi maestri.
Questo disco non solo è da considerarsi come tra i più importanti capitoli della storia del death metal, ma come uno degli album più influenti che il metal tutto possa vantare tra le sue schiere. Si tratta pertanto di un platter che
DEVE fare parte della collezione di dischi di ogni metallaro che si rispetti, oltre che (ovviamente) di ogni deathster D.O.C..