Vortice Cremisi - Falling into the Crimson Vortex

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2002
Durata:52 min.
Etichetta:Red Sun

Tracklist

  1. MR PLANE
  2. NO WELFARE
  3. MARCH WAVE’S, CORROSION BY NATURAL ELEMENTS
  4. REAL MEN
  5. WRARRL, THE LIMBO’S DIMENSION
  6. LAST MOMENTS
  7. DEMANDS
  8. GOOD ACTION
  9. CRIMSON VORTEX

Line up

Non disponibile

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Anche l’Italia è riuscita lentamente a produrre una scena underground heavy-stoner, magari piccola ma ben agguerrita. That’s all Folks, Ufomammut, Skywise, Wild Duck, Acajou, Hogwash ed altri ancora sono riusciti a pubblicare lavori di buona fattura e a mantenere in vita un’ideale di musica non schematica e ricca di intuizioni creative. All’elenco mancava ancora il nome dei Vortice Cremisi, una delle prime formazioni ad aver intrapreso la strada di questo genere fin dal lontano 1995, veri pionieri del movimento stoner nostrano. Influenze kyussiane se ne trovano ancora in questo agognato debutto, ma sono diluite in brani molto articolati, spezzati da ripetuti rallentamenti ipnotici, riffs circolari di matrice psichedelica, ritmiche serratissime interrotte saltuariamente dalla rauca voce di Cifaldi, a formare un muro di suono compatto con spazio quasi nullo per avventure solistiche, un tappeto in equilibrio tra suono cupo e greve ed ispirazione vigorosa e dinamica. Particolarmente rappresentativa in questo senso la conclusiva “Crimson vortex”, titolo adatto per un vero gorgo psych dalla profondità abissale e narcotizzante, ma risultano altrettanto convincenti il riff insistito e penetrante di “March wave’s”, che mi ha ricordato la recente proposta dei The Last Drop, e la datata “Wrarrl…” con la sua tormentata alternanza di parti plumbee e distorti picchi metallici. Lodevole il tentativo di esprimere anche soluzioni differenti per non uniformarsi a schemi abusati, interessanti i nervosi scatti di “Mr plane” trasformata a tratti in una speed-song ed anche qualche avvicinamento allo stoner muscolare, tipo Awesome Machine o Blind Dog, materializzato in “No welfare” e nella potente “Real men”. Non c’è dubbio che si tratti di un buon lavoro, come non vi è altrettanto dubbio che possa essere ancora migliorato insistendo sugli spunti più originali e personali, com’è costume del plotoncino di formazioni locali che si occupano di questo genere, sempre prodighe di idee tutt’altro che derivative. Mi auguro che questi sforzi vengano sostenuti dall’interesse del pubblico di appassionati.

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