Oggetto infinito di discussioni e anche di sondaggi sulla nostra gloriosa home page, la sfida Megadeth-Metallica a mio parere è stata praticamente sempre a favore dello zio Dave. Anche lasciando perdere gli esordi per ovvi motivi di copyright, tutto quello fatto diciamo tra il 1980 e il 1990 da Mustaine risulta superiore a quello fatto dai ‘Tallica. Per non parlare di tutto ciò che è stato fatto dopo il 1995, dove proprio non c’è storia e dove la produzione Megadeth, pur nella sua mediocrità, ha offuscato tutti gli inspiegabili esperimenti di Hetfield & co. L’unico periodo che manca è quello tra il 1991 e il 1994, quando i Metallica conquistarono il mondo con il Black Album e Dave fece due dischi parecchio controversi, Countdown To Extinction e Youthanasia.
Youthanasia avrebbe dovuto essere il Black Album dei Megadeth, il disco della consacrazione planetaria, invece è un disco che porta sì l’ennesima evoluzione musicale per Mustaine, ma che rimane, pur risultando estremamente piacevole e carico di metal, nel limbo dove riposano le opere incompiute. Tanti aspetti di questo album avrebbero infatti meritato di essere approfonditi e sviluppati, invece pare che Dave si sia in qualche modo accontentato a metà, chiudendo prima del tempo la fase di songwriting.
Così ci troviamo tra le mani un disco molto buono, ma con una ricetta unica a volte un po’ stucchevole: chitarre che alternano granitici riffoni a morbidi e bellissimi passaggi, tempi rallentati e tanta melodia. Queste caratteristiche le ritroviamo infatti in diverse track:
Addicted To Chaos, Elysian Fields, Blood Of Heroes, Family Tree, Youthanasia, I Thought I Knew It All e
Black Curtains. Accanto a queste, però, ci sono anche altri episodi molto diversi.
Train Of Consequences è una song decisamente particolare ma bellissima, che potremmo collocare a metà tra il “nuovo corso” e i vecchi riffoni tanto cari al buon Dave, che ritroviamo solo in
The Killing Road. Mustaine prova anche la carta della ballad con
A Tout Le Monde, probabilmente la canzone di maggiore successo dei Megadeth. Ovviamente la cosa è incomprensibile per chi ascolta metal, un po’ meno per chi è discografico, ma così va il mondo. E, in ogni caso, tutto si può dire tranne che non sia una buona canzone. La chiusura dell’album è invece affidata a
Victory, una gran bella metal song veloce e di impatto, con un testo autocelebrativo.
Sì, Dave, hai vinto, anche se questo album non ti ha dato i frutti sperati. Sfide personali e musicali, le hai vinte comunque tutte nel corso degli anni. Personaggio controverso, criticato (tante volte anche giustamente) ma musicalmente cosa mai ti si può dire?
Giù il cappello e su il volume, perché Mustaine E’ il metal.