Morbid Angel - Formulas Fatal To The Flesh

Copertina SV

Info

Past
Genere:Death Metal
Anno di uscita:1998
Durata:51 min.
Etichetta:Earache
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. HEAVING EARTH
  2. PRAYER OF HATRED
  3. BIL UR-SAG
  4. NOTHING IS NOT
  5. CHAMBERS OF DIS
  6. DISTURBANCE IN THE GREAT SLUMBER
  7. UMULAMAHRI
  8. HELLSPAWN: THE REBIRTH
  9. COVENANT OF DEATH
  10. HYMN TO A GAS GIANT
  11. INVOCATION OF THE CONTINUAL ONE
  12. ASCENT THROUGH THE SPHERES
  13. HYMNOS RITUALES DE GUERRA
  14. TROOPER

Line up

  • Steve Tucker: vocals, bass
  • Trey Azagthoth: guitars
  • Pete Sandoval: drums

Voto medio utenti

Alcune band hanno alternato nella loro storia momenti di fama eccelsa ad altri di minore intensità, eppure ci sono gruppi che proprio in quei momenti di magra non hanno accennato ad abbassare la guardia, magari non avranno dato alla luce chissà quale capolavoro ma non per questo vanno condannate a proprio. Più o meno è quanto accaduto ai Morbid Angel dell'era Steve Tucker, cantante/bassista che ha preso il posto del ben più amato David Vincent dal 1998 al 2004, con cui sono stati pubblicati tre dischi: Formulas Fatal To The Flesh, Gateways To Annihilition ed Heretic. In questa sede ci occuperemo del primo, ossia Formulas Fatal To The Flesh, dato alle stampe nel corso del 1998. Dopo un disco come Domination, per certi versi il più dinamico e originale del Morbid Angel (almeno fino al 1997), la band deve aver deciso di tornare a pestare duro, forse anche per sfogarsi del vuoto lasciato da David Vincent, fatto sta che questo disco è una vera e propria mazzata sui denti. Commercialmente forse è quello maggiormente ignorato, eppure al suo interno sono presenti tutte le caratteristiche e i tratti salienti del marchio Morbid Angel: riff che odorano di zolfo, ritmiche impetuose, un grande senso di oppressione e di catastrofe imminente, insomma c'è tutto il necessario per lasciare un segno, allora cosa c'è che non va? Oggettivamente la voce di Steve Tucker non è proprio come quella del suo ingombrante predecessore, e in più ci si mette pure qualche brano che forse era meglio scartare, ma ci sono anche pezzi validi: Prayer Of Hatred, Nothing Is Not, Covenant Of Death, e sono quelli che maggiormente aderiscono all'ideale stilistico della band. In mezzo a tutta questa violenza ci sono degli intermezzi Dark/Ambient tanto cari al buon Trey Azagthoth, obbiettivamente abbastanza inutili. I toni generali dell'album sono caldi, si avverte spesso una furia repressa, fatta di puro istinto, un po' alla Panzer Division Marduk. Un elemento che alla lunga può annoiare perchè appare senza via di uscita, ma ogni tanto fa bene sfogarsi. Formulas Fatal To The Flesh va preso a piccole dosi, tutto insieme effettivamente è una mattonata, ma non è interamente da buttare, si respira un'aria morbosa degna dell'angelo in alcuni momenti.
Recensione a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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