Old Stories
[ ...Non dovrei neppure dirlo, tanto è scontato, ma il dovere è dovere. Altri due anni di attesa ed altri due membri che lasciano i
Running Wild.
Axel Morgan e
Stefan Schwarzmann formeranno una loro band, provocatoriamente denominata X Wild e con chiari rimandi iconografici e musicali alla band guidata da
Rolf. Subentrano
Thilo Hermann alla chitarra e
Jörg Michael (batteria). Se il secondo non necessita di presentazioni,
Hermann vanta un passato nelle file dei Faithfull Breath e dei Risk, bravo ma secondo me senza lo stesso feeling di Morgan. "
Black Hand Inn" non ha nulla da invidiare a quel "Pile of Skull" del quale ripercorre il percorso. Anche qui undici brani di cui un'intro, un brano lungo (molto più lungo di "Treasure Island"!) e tanto, tanto Heavy Metal!. Partiamo dal fondo, l'ambiziosa "
Genesis (Making and Fall of Man)". Introdotta da una parte narrata (forse troppo prolissa) che ipotizza un'origine extraterrestre della vita sul nostro pianeta, ipotesi sfruttata anche da altri gruppi. Il pezzo si snoda per 14 minuti che toccano tutto il repertorio dei
Running Wild, con un
Rolf più teatrale del solito ed autore di un ottima prestazione al microfono. Altri brani degni di nota sono la title track con le chitarre che riprendono melodie che sembrano provenire dalla terra degli Zar, "
Souless" uno dei brani più vicino a quei Judas Priest a cui
Rolf deve il monicker del gruppo. Il potente drumming di Michael introduce la velocissima "
The Privateer". Il pezzo forte del CD è sicuramente "
The Phantom of Black Hand Hill", uno dei brani meglio usciti dal pugno di
Rock'n Rolf. Se solo questo album non fosse uscito dopo "Pile of Skull"...
... ]
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?