Noi suoniamo Super Metal. E, in effetti, i Powerful si rendono autori di un esordio sicuramente potente, tra il Thrash e l'Heavy Metal di stampo ottantiano, peccato però che la resa complessiva di "Welcome to the Slaughterhouse" sia messa in discussione dalla prestazione del cantante Alexander Hate, il quale contrappone ai riffs ed alle ritmiche precise e taglienti, un cantato deficitario, sopratutto in occasione delle tonalità più alte, quando azzarda un fastidioso falsetto e dove palesa grossi limiti vocali o perlomeno un approccio assolutamente inappropriato.
Musicalmente l'indirizzo musicale intrapreso dai Powerful ricorda quello di bands come Exciter, Overkill, Agent Steel ed i brani sembrano poter funzionare discretamente, anche quando spuntano il passo scattante e più moderno di una "Self - Destruction" caratterizzata da stacchi di tempo frenetici oppure i toni epici e rallentati di "Listen to Me".
Tuttavia, anche se spiace dove calcare la mano, i buoni spunti dell'opener "Powerful" o di "Alternative Life", brani che si collocano a metà strada tra Judas Priest ed Exciter, e le bordate thrasheggianti di "Fighting to Learn", "Dream of a Freedom Day" ma anche quelle della conclusiva "We Play Super Metal" vengono compromesse dal cantato.
E' un vero peccato non poter premiare una formazione che si sbatte da tempo nell'underground, ma "Welcome to the Slaughterhouse" (chissà se è un voluto omaggio ai Dark Angel...), nonostante l'evidente impegno e passione, mostra il fianco a fin troppe critiche.
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