Copertina 7

Info

Anno di uscita:2007
Durata:44 min.
Etichetta:I Dischi del Minollo
Distribuzione:Deambula Records

Tracklist

  1. DIADE 02
  2. ORGY
  3. A SAMPLE REFLEX TO THE LIGHT
  4. VOICES
  5. DOGMA
  6. MERCURY
  7. MONGOLIA
  8. 9%
  9. EROTOMANIA

Line up

  • Marco Campitelli: vocals, guitars, bass & keyboards
  • Stefano Micolucci: bass
  • Giovanni Lanci: drums

Voto medio utenti

Il primo ascolto di "Erotomania" ha addosso un qualcosa di polveroso... ricordi del passato ti assalgono, come quando in soffitta ti capita di trovare qualcosa che non vedevi da tempo, e pensavi fosse ormai perduto chissà dove. Saranno i richiami di una musica che abbiamo imparato a conoscere una ventina di anni fa, quando ancora si andava a scuola col walkman e gli album si tramandavano tra amici per passaparola. Tuttavia, le passate successive del cd mostrano che i "The Marigold" non sono semplicemente un gruppo di nostalgici, ma un trio di appassionati che parte da una base solida come quella della new wave ottantiana mescolandola con influenze rock e alternative catturate negli anni novanta. In questo non si possono certo definire 'moderni', per quanto possa avere significato questo termine nell'ambito musicale, in cui sono quasi sempre le emozioni a prevalere sulla tecnica e l'innovazione.
E di emozioni "Erotomania" ne ha da vendere: già la ripetitiva intro fa capire che questo sarà un viaggio sofferto fatto di lunghe divagazioni, di tempi dilatati senza soluzione di continuità, di poche certezze a cui aggrapparsi qua e là. La successiva "Orgy" è proprio una di queste, quasi monolitica nel suo incedere: lascia perdere le sperimentazioni della seconda parte dell'album per mostrarsi più concreta, palpabile. Come dicevo in apertura, qualche pezzo mostra echi fin troppo robusti dei mitici Cure... non che questo sia un difetto, intendiamoci! Si tratta degli episodi più comprensibili, prima che la seconda parte si mostri con tutte le sue divagazioni, tra lunghe parti strumentali e approcci vocali sofferti alla Christian Death. Forse i migliori, visto che nelle prime canzoni è proprio il cantato l'anello debole della catena... troppo monocorde e poco incisivo.
Molto buona invece la prova strumentale dell'intero trio, capace di destreggiarsi con la dovuta perizia tra repentini cambi di tempo e soprattutto di umore. Il tutto per un lavoro che farà felice chi a volte sogna di tornare a immergersi in quelle livide sensazioni che solo la new wave ottantiana era in grado di regalare.

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http://www.themarigold.com
http://www.myspace.com/themarigoldband
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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