Copertina 5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:40 min.
Etichetta:Metal Blade
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. NEVER ENOUGH ROAD
  2. EXPRESSION OF IMMUNITY TO GOD
  3. KNUCKLE EYE
  4. LEPROSAIC BELIEF
  5. LANGUAGE OF OBLIVION
  6. TUSK AND CLAW
  7. APPRECIATION FOR MISERY
  8. ENGINEER
  9. CELEBRATION OF DAMAGE
  10. ACID LUNG
  11. STRESS FETISH
  12. BLACKISH SILVER

Line up

  • Nate Olp: vocals, bass
  • Ben Parrish: guitar
  • Scott Wilson: guitar
  • Dustin Boltjes: drums

Voto medio utenti

Anche con questo secondo album, i Demiricous fanno cilecca. E lo fanno di nuovo per i motivi riportati nella recensione del debutto. Non è cambiata una virgola dal loro esordio e ci ripropongono di nuovo un thrash vecchia scuola molto, ma proprio molto, debitore ai mostri del genere, in particolare agli Slayer. Il risultato lo potete immaginare facilmente: album ben prodotto, musicisti validissimi ma deserto totale di idee. Non si parla neanche di un atteggiamento tutto sommato onesto come l'ispirarsi, che non porta certo a capolavori ma che resta molto meglio della sensazione di fastidio permanente che si prova ascoltando album, come questo Two, che sono al limite del plagio.
Dopo tre tracce si ha voglia di togliere il cd dal lettore e metter su Hell Awaits. Se per caso si resiste a questa tentazione una volta arrivati a Tusk And Claw questo istinto sarà irresistibile. Il cantato in quella canzone è praticamente identico a quello di un certo Tom Araya e ci si sente quasi presi per il culo. Se poi stoicamente si riesce ancora a resistere ed arrivare fino in fondo ci attende Blackish Silver, una strumentale scandalosa, che nulla ha da dire, e che con i suoi cinque e più minuti è un calvario per l'ascoltatore. L'esatto opposto del dulcis in fundo insomma.
A questo punto, se mai ci sarà un terzo album, che con un misto di acume e preveggenza prevedo si intitolerà Three, la speranza è che il gruppo ci faccia il piacere di farsi un clistere di originalità. L'altra valida alternativa, per il pubblico, sarebbe quella che la piantassero di spacciare queste canzoni come roba loro e diventassero un tributo agli Slayer. Cosigliato (con le dovute precauzioni) solo a chi ha mooooooooooooooooooolta nostalgia del thrash vecchia scuola con retrogusto hardcore.
Recensione a cura di Massimiliano 'Maxowar' Barbieri

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