Con "The fourth season" gli australiani Vanishing point reclamano un posto di rilievo nel panorama melodic power: i due nuovi innesti al basso e batteria si sono inseriti perfettamente in un disco che scorre piacevole, scandito principalmente da una doppia sezione ritmica (le chitarre di Vucur e Porcianko) aiutata da orchestrazioni mai invadenti e strati di piano e tastiere che arricchiscono le strutture di brani dalle linee melodie molto efficaci e ritornelli che acchiappano già dai primi ascolti, un esplicito invito a nozze per i fans di Kamelot, Sonata Arctica, Evergrey e Gamma Ray (furono loro a volerli come supporting act in Europa dopo l'uscita del secondo disco).
Il ritmo si mantiene sempre molto sostenuto e si alterna a momenti più malinconici come la prima parte di "One foot in both worlds" dove la voce di Silvio Massaro è accompagnata da piano e basso o la conclusiva "A day of difference", distinta da una blanda ritmica fissa di chitarra su cui si inserisce un Massaro intimo e raccolto alternato a parti parlate di un discorso molto toccante, il resto del disco è un concentrato di energia, potenza, grandi melodie, perfetti intro strumentali che fanno da apripista ai brani, un tocco di sana italianità (le prime strofe di Massaro in "Hope among the heartless") e perchè no un riuscitissimo tentativo di saccheggiare l'Ozzy di "No more tears" con l'intro di basso di "Surrender", azzeccatissimo brano scelto come estratto che gira anche in video su youtube, mentre la versione giapponese include l'immancabile bonus track ("Veil of deceit").
Consigliato a tutti gli amanti del melodic power.
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