I
Kataklysm possono essere considerati a buon diritto una delle band storiche del death metal. Di certo non hanno mai raggiunto le vette di acts quali
Morbid Angel o
Obituary ma oltre dieci anni di carriera e la bellezza di sei dischi pubblicati certamente non sono roba da poco. Una carriera basata sull’onestà e la coerenza che li ha sempre contraddistinti e che li ha portati ad una crescita costante nel tempo. Oggi i canadesi dell’italianissimo singer
Maurizio Iacono sono una band matura e solida che riesce a mettere a frutto la grandissima esperienza acquisita nel corso degli anni. Il nuovo “
Shadows & Dust” ce li presenta in piena forma e pronti a spiccare il volo. In effetti, l’album è sorprendente, riuscendo a mettere insieme alcuni elementi davvero eccelsi. La formula di partenza è un death metal dalle buone qualità tecniche che riesce a fondere insieme in maniera organica le due scuole di pensiero, quella american/brutal e quella european/melodic. I
Kataklysm sanno bene quando accelerare e far male all’ascoltatore e sanno bene anche quando rallentare e cadenzare la musica, dandogli quel groove assassino che ti prende alla gola. Parti violente e devastanti si mischiano ad altre più melodiche e riflessive e ti riscopri a fare headbanging con la testa in preda a spasmi convulsi. Un altro punto di forza del disco è l’uso della melodia, molto oscura, gloomy, che riporta alla mente alcune cose care agli
Incantation. I riffs di chitarra sono taglienti e “angosciosi” e si lanciano in corse selvagge seguite da un drumming sfrenato ed ispirato. Una menzione particolare va a
Maurizio Iacono che alterna il growling allo screaming eccellendo in entrambi gli stili in maniera stupefacente. In effetti anche la scelta delle linee vocali è vincente in quanto i due stili sono dosati e miscelati in maniera sapiente. Quest’album potrebbe essere definito l’album del compromesso che gioca spesso su dicotomie, ma un compromesso che non cede nulla né a destra né a sinistra, riuscendo invece a mettere insieme le cose migliori dei due estremi risultando in quanto tale una sintesi organica e intelligente. Ascoltate “
Bound In Chains” oppure “
Face The Face Of War”e vi renderete conto di cosa voglio dire, certamente le songs simbolo del disco. Altra lode va alla produzione, davvero molto buona, pulita, potente e decisamente groovy. A questo disco manca solo un pizzico di follia in più per renderlo maggiormente insano, per il resto, un album ineccepibile. In definitiva quindi un disco consigliatissimo a tutti i fans del death metal. Qua c’è pane per i vostri denti.
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