Gli anni d’oro dei
Venom sono quelli che possono essere circoscritti nella prima metà del decennio ottantiano, su questo non credo che ci siano dubbi, però è anche altrettanto facile liquidare quello che è venuto dopo come se fosse tutto da buttare o quanto meno non all’altezza della situazione. Nel corso del 1987 la formazione dei Venom risulta quasi rivoluzionata dopo l’esclusione di Mantas (chitarra), sostituito da ben altre due asce imbracciate rispettivamente da Mykus e Jimmy Clare; musicisti con un istinto maggiormente indirizzato alla pulizia sonora, e sicuramente tecnicamente migliori del loro predecessore, che pur non facendo miracoli dal punto di vista prettamente musicale si è sempre fatto valere per quel riffing marcio e putrido che è stato la fortuna di album come i seminali Welcome To Hell e l’arcinoto Black Metal. Il momento di ripartire si materializza con questo
Calm Before The Storm, disco che inaugura la nuova line-up a quattro elementi con uno stile che ovviamente non si discosta di molto da quello che i Venom sono ormai abituati a suonare, però non si tira indietro nel mostrare un approccio più curato e “raffinato”, le virgolette sono d’obbligo. Anche sotto il profilo concettuale compaiono dei cambiamenti, e quindi via tutta la paccottiglia satanista (o pseudo tale) per fare spazio ad argomenti che attingono dal fantasy o comunque sia da situazioni che eludono da tematiche ormai abusate. Nel 1987 il Thrash Metal sta per esplodere in tutto il mondo, e i Venom non si tirano indietro, anzi, vanno ad arricchire le loro canzoni di riff più cattivi ed aggressivi, ma privi di quella sporcizia e di quel tipico minimalismo degli esordi. Basta ascoltare l’opener
Black Xmas per rendersi subito conto di come una produzione più nitida e potente trasporti il gruppo verso lidi sonori più robusti e diretti. Ogni tanto fanno la loro comparsa anche influenze che fanno spostare il baricentro verso territori più orientati ad un Heavy Metal tutto sommato classico, e dal piglio melodico, come nel caso di
Gypsy,
Beauty And The Beast oppure della title track. In altre occasioni bastano titoli come
Metal Punk e
Under A Spell a mettere in chiaro la cose, e di certo i Venom non si fanno intimorire quando si tratta di tirare fuori il loro lato più sporco e sguaiato, soprattutto nel caso di Under A Spell, brano impreziosito da un ritornello che non è proprio il massimo in fatto di armonia, ma ad ogni modo orecchiabile e volutamente molto punk. Stesso discorso lo si può fare per
Fire e
Krackin’Up che si mantengono su tonalità grezze, pur non raggiungendo i livelli di guardia presenti nei dischi dei loro esordi. Calm Before The Storm inaugura in sostanza quello che poi tutti andranno ad identificare come il “periodo minore” dei Venom, epoca che in seguito subirà un crescendo spaventoso quando dietro al microfono si materializzerà
Tony Dolan (Atomkraft), al posto ovviamente del diabolico Cronos. In conclusione Calm Before The Storm resta un album valido nella sua interezza, magari difficilmente allineabile alle geniali intuizioni dei primi tre, ma non per questo si avverte la necessità di doverlo riporre sotto la zampa del tavolo quando traballa.
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