A cinque anni di distanza torna il leggendario, controverso, geniale e discutibile Ted Nugent. Questo potrebbe bastare per chiudere la recensione. Se conoscete Ted, sapete cosa aspettarvi. Se non lo conoscete, prendete uno a caso dei quindici dischi realizzati dal 1973 ad oggi e avrete un quadro di chi è e cosa suoni.
Ma, per obbligo di cronaca mi tocca essere un po' più approfondito. Da dove partire? Diciamo che Ted Nugent non cambia, e non poteva farlo. Titoli quali "Spirit Of The Buffalo" o "Geronimo & Me" non potevano certo mancare, e così lo stile che lo ha caratterizzato in trent'anni di musica, conditi dalla sua eccentrica personalità e dalle numerose diatribe che ne hanno fatto personaggio oltre che (ottimo) chitarrista.
Questo "Love Grenade" arriva dopo "Craveman", assai piacevole e superiore qualitativamente a tante cose del passato più recente. Il nuovo album si contraddistingue innanzitutto per una ruvidità maggiore, nel suono quanto nelle scelte stilistiche, ed un suono più "hard" e granitico. Altra peculiarità che lo rende speciale è il ritorno assieme a Ted di Jack Blades con cui suonò nei Damn Yankees. Per il resto abbiamo quel sound a cavallo tra heavy e ruvido hard rock settantiano, condito dalla voce graffiante e roca dello stesso Ted e della solita irriverenza nei testi. Niente di nuovo, niente di deludente, niente di (ormai) geniale. Tanti clichès, ma in fondo Ted Nugent è sempre stato questo, nel bene e nel male, e mai cambierà.
Se avete apprezzato quanto fatto finora dal craveman statunitense, questo "Love Grenade" non vi deluderà certo. Tutti gli altri possono anche passare oltre, e buttarsi piuttosto su "Cat Scratch Fever" (1977) o "Weekend Warriors" (1978), roba di ben altra pasta e di tempi che furono unici.
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