Sesto disco per i tedeschi Eisregen, band dal sound decisamente atipico, ricco di influenze e, spesso, spiazzante. Il sound di questo “Blutbahnen” vede influenze gothic/dark/folk spesso con vocals in growling e screaming, tastiere che orchestrano atmosfere barocche.
Al di là di quello che vi ho appena detto, c’è comunque nella musica dei tedeschi qualcosa di sfuggente ed incatalogabile.
I pezzi sono tutti personali e spesso hanno componenti del tutto atipiche. Ad esempio in “Schlachthaus-Blues ” si può sentire chiaramente un hammond, inserita in un contesto del tutto estraneo a quello naturale dei seventies nel quale questo strumento ha trovato la propria consacrazione. Oppure la splendida “Alphawolf”, che sembra rubata agli Empyrium. In effetti, gli Eisregen hanno un po’ della follia compositiva di queste bands, compresi gli Enid e i Die Apokalyptischen Reiter.
A ciò bisogna aggiungere il cantato interamente in tedesco, il quale contribuisce a dare quel tocco di romanticismo figlio diretto dello “Sturm Und Drang”, raffinato ed elegiaco.
Nel complesso ci troviamo di fronte ad un disco che non è male, fermo restando le remore già espresse per quel che riguarda la mutevole direzione del sound. Quanto meno non si rischia la noia con gli Eisregen.
Coloro più avvezzi al sound, per alcuni versi indigestibile, dell’avantgarde mitteleuropea gli diano una chance.
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