Darkwater - Calling The Earth To Witness

Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2007
Durata:68 min.
Etichetta:Metal Heaven
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. 2534167
  2. ALL EYES ON ME
  3. AGAIN
  4. HABIT
  5. THE PLAY I
  6. THE PLAY II
  7. SHATTERED
  8. TALLEST TREE
  9. IN MY DREAMS

Line up

  • Henrik Bath: vocals, guitars
  • Tobias Enberg: drums
  • Magnus Holmberg: keyboards
  • Markus Sigfridsson: guitars
  • Karl Wassholm: bass

Voto medio utenti

Che colpo per la Frontiers essersi aggiudicata la distribuzione del debut cd degli svedesi Darkwater, che in 70 minuti raccoglie quanto di meglio espresso dalla scena prog metal nordica. Mantenendo come punto di riferimento gli Evergrey di "In search of truth" e "Recreation day", la band riesce ad estendere il raggio d'azione anche ai Pain of Salvation e al prog più melodico che ha nei suoi massimi esponenti ACT e Nightingale, sconfinando interamente nella parte malinconica ed intimista in "The play I" quando la voce viene accompagnata solo da piano e sottili orchestrazioni, unico istante di calma in brani dalla durata superiore ai 6 minuti, che, malgrado siano pieni di parti strumentali e cambi di tempo, mantengono una buona dose di accessibilità per merito di linee melodiche orecchiabili e corali inserite anche nei brani dall'atmosfera più cupa ("Again" e "Habit", introdotta coralmente senza il supporto della musica). Non solo melodie ariose ed orientaleggianti, ma anche riusciti tentativi di eguagliare i Pain of Salvation con "The Play II" e "Shattered", l'apice vocale di Henrik Bath che riesce a raggiungere le estensioni di Daniel Gildenlow dopo 2 minuti di intro strumentale (un brano che sa molto di "Perfect Element" con un refrain corale da incorniciare). Il connubio tra melodia e tecnica raggiunge l'apice nei 9 minuti di "Tallest tree" con splendidi arrangiamenti orchestrali ed una lunga parte centrale strumentale, non da meno è l'intro corposo di tastiere di "In my dreams" che lascia il posto ad un pregevole giro di basso seguito da cori molto cupi ed uno spiazzante cambio di tempo che libera un refrain corale da stampo in testa preso a prestito dai migliori Shadow Gallery.
Un piccolo capolavoro che non mancherà di sorprendere i fans del prog tecnico e melodico, cantato, suonato e prodotto magnificamente (il mastering è stato curato dallo stesso tecnico di In Flames e Dark Tranquillity), a voler trovare il pelo nell'uovo si può dire che i Darkwater prendono il meglio dagli altri aggiungendo ben poco di originale, ma diamogli tempo e fiducia, sono sicuro che in futuro ci riserveranno grosse sorprese.
Recensione a cura di Carlo Viano
Buon esordio

Bel disco, anche perché evita troppi passaggi strumentali virtuoso/cervellotici: l'ottima tecnica della band è pienamente al servizio della musica. Interessanti poi certe incursioni pianistiche. Devono migliorare in personalità, per ora comunque promossi.

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 29 mar 2008 alle 16:03

p.s ma cosa cazzo centrano gli evergrey e i pain of s.MA STIAMO SCHERZANDO????????

Inserito il 29 mar 2008 alle 16:00

che cagata di gruppo!!!!

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