Con un nome del genere, ispirato ad uno dei capolavori di Franz Kafka (“Il processo”), come potevano non essermi “istintivamente” simpatici, i romani Joseph K.?
Se aggiungiamo il piacevole ricordo di una sagace “Joseph K.” (ripresa pure in questo nuovo dischetto), inclusa nella compilation “Sintonie Rumorose”, e teniamo conto della curiosità alimentata dalla sorprendente presenza in veste d’ospiti di Rodolfo Maltese e Pierluigi Calderoni, di fama Banco Del Mutuo Soccorso, uno dei miei gruppi preferiti di sempre (nota personale: il loro “Io sono nato libero” è stato uno dei primi “pezzi” della mia collezione), è abbastanza facile immaginare quanto fossi ben disposto nei confronti di questo “Terzo”, per l’appunto terza fatica discografica dell’interessante ensamble capitolino.
Ebbene, devo proprio dire che quella benevolenza “aprioristica” ha trovato ampia conferma alla prova dei fatti.
La musica dei Joseph K. è, infatti, uno stimolante rock ad ampio spettro, capace di coagulare al suo interno soluzioni musicali abbastanza imprevedibili, che coinvolgono nuance di prog, funky, punk e ska.
I testi sono perspicaci, ma non troppo contorti, metricamente accurati ed assai comunicativi, proprio come lo è la voce di Diego Linciano, ed è un vero peccato che, continuando quella che sembra diventata una costante “tradizione” della band (tre lavori con tre cantanti diversi!), anche lui, a quanto sembra, abbia deciso di lasciare il gruppo dopo questa performance.
“Non esisto”, “Io dio” e il già citato ska-rock “Joseph K.”, mostrano il lato più istantaneo dei nostri, con melodie a “presa rapida” e un adeguato tiro, laddove “Il mio nemico” esibisce impulsi maggiormente estrosi, ma forse, nonostante la suggestiva tromba di Maltese, pecca leggermente in efficacia complessiva.
La più “convenzionale” e comunque bella “Solo per un attimo”, lascia il posto ad un’eccellente “Mi licenzio”, caratterizzata da un “devastante” ritornello (nonché da liriche dal tema assolutamente condivisibile), seguita dal gioiellino “1984” (Kafka e Orwell, niente da dire sulle basi culturali ed ispirative!), che conquista con tutta probabilità il titolo di brano più convincente del Cd.
Buone vibrazioni arrivano anche dalla superiore intimità sprigionata da “Ti aspetto”, mentre l’avvolgente, volubile e nervosa “La danza dei perdenti” si dimostra un altro intrigante momento di “Terzo”, un albo dal cospicuo livello artistico.
Da segnalare, infine, il competente apporto offerto da Alberto Ruggieri, l’ultimo guest presente nel Cd, che con il suo sax elargisce profondità ed emozione ovunque sia richiesta la sua opera.
Cos’altro aggiungere … bravi, continuate così e speriamo che quanto prima “qualcuno” Vi offra un’importante possibilità a maggiore “visibilità” … per me la meritate.
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