Il rock è da sempre la musica live per antonomasia, perché è proprio in tale situazione che esso consuma senza finzioni i suoi riti più autentici, il momento in cui deve mostrare le proprie qualità senza (troppe) manipolazioni tecnologiche.
Il disco dal vivo, anche se forse nei tempi recenti ha visto sminuire un po’ il suo valore, appare dunque il modo attraverso il quale è possibile cercare di riprodurre quella magia ogni volta che lo si desidera, ben consci che si tratta inevitabilmente di un surrogato, il quale solo in rarissimi casi riesce ad avvicinare l’emozione dell’evento vissuto “in diretta”.
Ebbene questo live album dei “redivivi” Vengeance non verrà quasi certamente ricordato come uno dei migliori esempi di tale categoria, ma sicuramente fotografa abbastanza efficacemente la vitalità e l’energia che ha portato i “ragazzi” olandesi ad un pregevole rientro discografico (“Back in the ring”, dell’anno scorso) e che evidentemente infiamma anche le loro esibizioni on stage.
La sanguigna tradizione hard rock, corroborata da qualche piccola iniezione di metallo di classe, prorompe dai solchi di “Same/same … but different” tramite una scaletta che riassume piuttosto adeguatamente il meglio della carriera dei nostri, con la voce mordace di Leon Goewie e le chitarre affilate di Jan Somers e Peter Bourbon, coadiuvate dal “trattore” ritmico pilotato da Hans in’t Zandt e Barend Courbois, a gestire senza imbarazzo uno show che è in grado di comunicare schiettezza, divertimento e coinvolgimento, anche se “imprigionato” nei solchi di un dischetto ottico.
Tra momenti alimentati da un classico “tiro” hard ‘n’ boogie (con l’Australia ben rappresentata e non solo per la bella cover di “Bad boy for love” dei Rose Tattoo) e numeri maggiormente “cromati” (eccellente la versione di “Dream world”, godibile quella di “Take me to the limit” e degne di menzione anche le celebri “She is the woman” e “Arabia”), i Vengeance dimostrano di conoscere discretamente bene l’arte “dell’intrattenimento”.
L’ho già detto in qualche altra occasione, non li considero proprio un gruppo “fondamentale”, eppure credo che i loro fans non saranno delusi nemmeno questa volta …
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